Un programma di accelerazione digitale per essere al passo con i tempi anche nell’amministrazione pubblica e nel rapporto con imprese e territorio: è questo l’impegno sancito con l’accordo tra Università Ca’ Foscari Venezia e Comune di Venezia e firmato dal Rettore Michele Bugliesi e dal Direttore Generale del Comune Marco Agostini (nella foto). L’accordo metterà in campo le competenze tecnico-scientifiche dell’università in tema di innovazione digitale e gli strumenti dell’amministrazione comunale nel fare ‘rete’ e creare sinergie, per sviluppare un programma che coinvolga istituzioni pubbliche e private nell’uso efficace della tecnologia e del design digitale. Lo scopo è quello di promuovere e diffondere l’innovazione digitale con azioni che coinvolgano le comunità di cittadini, le aziende, le amministrazioni pubbliche, nonché la società civile anche con espressioni informali come il “civic hacking” per attivare veri laboratori di co-progettazione dei servizi pubblici. “L’innovazione digitale è una sfida che non dobbiamo mancare, a maggior ragione in una città internazionale come Venezia, per portare crescita, sviluppo, nuove opportunità professionali, ha sottolineato il Rettore Michele Bugliesi – Il trasferimento della conoscenza nel territorio è una delle missioni dell’università che con il territorio può e deve interagire per contribuire allo sviluppo, e grazie a questo accordo mettiamo a disposizione conoscenze e competenze unendole agli strumenti e alle iniziative dell’amministrazione comunale per dare vit  a un vero e proprio programma di accelerazione digitale al servizio di cittadini, imprese, istituzioni, ricercatori. Da oggi Università e Comune uniscono dunque le forze nel campo della cultura digitale con idee e azioni sul tema, dalla formazione alla creazione di tecnologie digitali a sostegno dei processi di innovazione e sviluppo”. “Un’opportunità, quella fornita dalla firma di questo documento – ha detto Marco Agostini – per migliorare la qualità della vita dei cittadini e per favorire lo sviluppo di nuove imprese in una città che deve saper cogliere in modo innovativo le opportunità offerte dalla tecnologia. Attraverso la fertilizzazione e la contaminazione di saperi tra Università e Comune si possono mettere in campo azioni in grado di ripensare l’erogazione dei servizi, di preservare la bellezza e la vivibilità del nostro territorio, e di valorizzare le proprie specificità attraverso un’azione condivisa, per far crescere una città ‘innovativa’ inclusiva e sostenibile”.

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