Per il primo anno di applicazione della legge (se troverà applicazione un Ddl della Giunta), la Regione conta di stanziare 700 mila euro, che andranno a finanziare occasioni formative, progetti di comunità e rimborsi spese (convertibili anche in servizi) agli anziani che si impegneranno in attività di utilità sociale: nonni vigile, vigilantes nei musei e nelle biblioteche, orti sociali, guide ambientali e culturali, accompagnatori di disabili o persone in difficoltà, animatori di reti di ‘buon vicinato’ ed esperienze di turismo sociale. L’impegno sociale e comunitario potrà diventare, quindi, anche una forma di integrazione al reddito, oltre che un’occasione di apprendimento permanente e di stimolo culturale. A costruire il programma triennale e i relativi piani annuali di iniziative e progetti sarà la Giunta regionale, sulla base degli input che arriveranno dalla costituenda Consulta regionale per l’invecchiamento attivo e dalle rappresentanze sociali. “Il Veneto ha bisogno di investire nella solidarietà tra generazioni, nell’educazione ad una vecchiaia attiva e responsabile, nonché nella salute e nel benessere degli ‘anni d’argento’– ha detto l’assessore al sociale Manuela Lanzarin – Andare in pensione non significa diventare inattivi, invecchiare bene si può e si deve: non possiamo permetterci di rinunciare al contributo di partecipazione, esperienze, vitalità e competenze di un milione di veneti che hanno superato la soglia dei sessant’anni”. Gli anziani come risorsa, e non solo come problema. In particolare in una regione come il Veneto, dove l’aspettativa di vita media sfiora ormai i 90 anni e dove, entro il 2030, un quarto della popolazione avrà più di 65 anni e ci saranno 200 anziani ogni 100 giovani. Costoro in gran numero sono in forma più del previsto, quindi invertire la prospettiva e valorizzare l’apporto sociale e comunitario della terza e della quarta età è l’obiettivo dell’iniziativa legislativa assunta dalla Giunta regionale “Promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo”: approvato dall’esecutivo veneto passa all’esame del Consiglio regionale. “Mi auguro che l’assemblea legislativa valuti e approvi celermente il testo – ha aggiunto l’assessore- perché abbiamo bisogno di una cornice legislativa che aiuti a promuovere una nuova cultura dell’anziano e stimoli una diversa concezione della vecchiaia. Che non è solo una condizione di fragilità e di non autosufficienza, ma sta diventando sempre più una condizione di ‘tempo liberato’, che può offrire professionalità, competenze, opportunità di crescita, se valorizzata nella sua dimensione sociale, culturale, aggregativa e se promossa e difesa con adeguati stili di vita e servizi su misura. Abbiamo coinvolto 46 realtà organizzative, 59 esperti del mondo sociale e condiviso esperienze innovative su scala europea con il progetto “Active ageing going local”, guardando alle migliori esperienze del Nord Europa, per arrivare a scrivere una sorta di testo quadro delle politiche per promuovere un invecchiamento sano e attivo e innescare meccanismi di ‘welfare generativo’, nei quali sono le persone anziane a dare una mano ai loro coetanei o ai più giovani”. La legge sull’invecchiamento attivo si propone di superare l’esperienza del servizio civile per anziani (la relativa legge regionale sarà abrogata) e di promuovere un programma articolato di progetti e iniziative, di durata triennale, costruito coinvolgendo associazioni, Ulss, comuni, cooperative sociali, centri servizi del volontariato, organizzazioni sindacali e del terzo settore, scuole e università, e sostenuto da contributi regionali.