Sta gradualmente aumentando in varie parti del Paese la richiesta di istituire una naja civile. Da almeno due anni a questa parte vari presidenti di associazioni degli alpini, dei bersaglieri, dei fanti hanno auspicato, con dichiarazioni, tale ripristino. Da sondaggi, in chiaro o scuro, tra le famiglie c’è una buona percentuale favorevole a tale ripresa del servizio (dalla stampa che ha trattato in varie occasioni questo problema si è dato almeno un 55% degli intervistati a favore). Sul versante politico, negli ultimi 20 mesi, non sono mancate le condivizioni del pro istituzione della naja civile, pure a livello di ministri. Ora si è appreso che il Consiglio regionale del Veneto, nello specifico la Prima commissione, ha esaminato una proposta di legge statale. Nel corso della riunione del 23 maggio della Prima commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto, è stata presa in esame la proposta di legge statale di iniziativa consiliare n. 37 del 4 maggio 2017 relativa all’istituzione del servizio civile o militare obbligatorio, volta a ripristinare un periodo di ferma obbligatoria di otto mesi, dopo che con la legge n. 331 del 2000 era stata conferita al governo la delega a emanare la graduale sostituzione dei militari in servizio obbligatorio con volontari di truppa, di fatto sospendendo la leva e conseguentemente anche il servizio civile obbligatorio alternativo. In base alla proposta, la scelta tra servizio civile o militare, prevista in maniera paritaria per gli uomini e le donne, potrà essere fatta, come è detto in una nota, da ciascun soggetto prima dello svolgimento del servizio, da assolversi nel periodo di tempo tra la maggiore età e compimento dei 28 anni. Il servizio civile o militare sarà svolto nel territorio della propria Regione e, relativamente al servizio civile di protezione civile, la formazione sarà programmata secondo modalità stabilite, con deliberazione dalla Giunta regionale. L’attivazione della naja civile farà il necessario percorso parlamentare, una volta che il nuovo Governo diverrà operativo. Restando nel settore miitare da ricordare che, nei giorni scorsi, due ricerche specializzate hanno sviluppato un’indagine volta a conoscere se i giovani, dopo il diploma di maturità o laurea, avrebbero intenzione di intraprendere la carriera militare o nell’esercito o nelle forze dell’ordine (GdF, Carabinieri, Polizia di stato): ebbene da questi dati, resi noti ai media, è risultato che – forse permanendo in Italia forti difficoltà di avere un’occupazione stabile – almeno il 45-50 per cento dei giovani o ragazze contattate si sono detti favorevoli alla carriera militare, scelta appoggiata pure dalle proprie famiglia.