La sanità del Veneto si dota, per la prima volta, di un Centro di Riferimento Regionale per i disturbi dell’identità di genere. Una delibera della Regione assegna le funzioni connesse al Policlinico privato-convenzionato di Abano Terme (Padova), con un finanziamento fino a un massimo di 200 mila euro l’anno per gli anni 2018-2019-2020. “La scelta di Abano non è casuale – ha detto l’ass.alla sanità Luca Coletto (foto) – perché in quella struttura, privata convenzionata con l’Ulss 6 di Padova, ci sono importanti professionalità specifiche, che rispondono alla necessità di concentrare le competenze multidisciplinari e multispecialistiche per affrontare la complessità delle tematiche connesse a questi disturbi, con un’organizzazione che sappia farsi carico del paziente dall’inizio alla fine del percorso, esattamente come si fa, con grande successo, all’interno delle Breast Unit per la presa in carico totale delle donne colpite da tumore al seno”. Non a caso, il team specialistico che lavorerà al Policlinico di Abano sotto il coordinamento del dottor Angelo Porreca, si compone di psicologi, urologi, internisti, specialisti chirurghi e chirurghi estetici, nonché di esperti di ematochimica che seguiranno il paziente anche nella fase post chirurgica acuta, in particolare per il delicatissimo aspetto dei dosaggi ormonali. La struttura sanitaria aponense entra così di fatto nel ristretto gotha internazionale dei centri per queste patologie e ha già avviato un rapporto di collaborazione con quello dell’Università di Belgrado che, con Londra, costituisce la massima autorità internazionale in materia. Coletto: si tratta di una decisione presa nel segno della qualità e della modernità  che mette un servizio di alta specializzazione a disposizione di persone che si trovano in una condizione del tutto particolare, che può comportare sofferenza psicologica  e fisica. E alla sofferenza, di ogni tipo, una sanità che si rispetti ha l’obbligo morale e scientifico di dare risposte. E siamo di fronte una nuova eccellenza tutta veneta, perché finora questi problemi in Italia venivano affrontati senza la caratteristica della presa in carico totale del paziente che invece, a maggior ragione dove i problemi psicologici si abbinano a quelli clinici e chirurgici, è assolutamente indispensabile.

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