Dopo l’orario d’ufficio o di fabbrica e in compagnia dei colleghi o in centro con gli amici, sorseggiando un aperitivo, si fa solitamente del gossip, o ci si scambiano opinioni sulle recenti novità del quotidiano (moda, spettacoli, personaggi, ecc.), e questo in attesa della cena. Eppure dietro (meglio dire “dentro”) a un aperitivo potrebbe nascondersi molto di più, se si lascia fare a uno scienziato che coltiva la passione per la fotografia e l’arte. Un servizio sul Bo dell’ateneo padovano, Monica Panetto fa conoscere come un docente di Padova, Bernardo Cesare, professore di petrologia al dipartimento di Geoscienze dell’università di Padova, e geologo specializzato nello studio delle rocce metamorfiche, dell’origine dei magmi granitici e coordinatore del gruppo di ricerca che a Padova ha scoperto e studia i “nanograniti”. Da anni utilizza la fotografia per documentare le proprie ricerche e del microscopio ha fatto il suo strumento di lavoro, prima di tutto per scopi scientifici, ma poi anche con intenti artistici. “Oltre a essere uno strumento di studio – ha sottolineato il prof.Cesare – un microscopio consente viaggi impensati in mondi sconosciuti. La bellezza delle immagini al microscopio è paragonabile a quella delle opere d’arte”. I suoi scatti sono esposti in gallerie e musei di scienze naturali in Italia e all’estero e segnalati da riviste, come National Geographic. Come procede Bernardo Cesare usando una fotocamera? Egli l’ abbina a un microscopio ottico e versa delle gocce di Aperol o Campari su un vetrino, aspetta la cristallizzazione degli zuccheri contenuti nel drink. A quel punto potrebbe collocare il vetrino tra due polarizzatori, metterci dietro una luce e fotografare ciò che si vede. Ebbene, ciò che ne risulta è una varietà e una molteplicità di forme e colori inimmaginabile a occhio nudo: strisce di colore radianti o parallele, geometrie che evocano fiori, alberi, rami e piume, sfumature accese e altre più tenui. Il prof.Cesare coltiva da diverso tempo l’interesse per la fotomicroscopia a scopo estetico e ha individuato nelle rocce e nei minerali la sua personale nicchia artistica. La tecnica utilizzata è sempre la microscopia ottica a luce trasmessa e polarizzata. “I soggetti biologici sono i più diffusi in questo campo, ma l’impatto visivo dei soggetti non biologici non è meno bello. Tra i soggetti non biologici ci sono anche rocce e minerali: un microcosmo inesplorato fino a qualche anno fa”. E così attraverso le sue mani, ridotti a sottili lamelle dello spessore di tre centesimi di millimetro, sono passati i ciottoli della spiaggia di Carboneras (Spagna meridionale) e i diaspri del Madagascar, solo per citare qualche esempio, che hanno dato origine alla serie di immagini raccolte in MicROCKScopica, progetto avviato nel 2009 allo scopo di esaltare la bellezza racchiusa nelle rocce. Successivanente – per puro divertimento – il docente padovano ha voluto provare con gli alcolici. Premesso che era a conoscenza del lavoro di Michael Davidson, scienziato della Florida State University, che per primo negli anni Novanta fotografò una bevanda alcolica utilizzando la microscopia ottica con luce polarizzata: i risultati furono talmente spettacolari che un imprenditore, Lester Hutt, ne fece un business. Si tratta di Bevshots, un marchio che vende quadri, foulard, bicchieri, bottiglie che riproducono gli scatti dello scienziato statunitense (nella foto alcol al microscopio). Ben lontano dal voler imitare il lavoro di Davidson, ma solleticato dal suggerimento di un collega, il prof.Cesare ha deciso di tentare l’esperimento con lo spritz, il tipico aperitivo veneto. Ha allora deciso di cominciare con l’Aperol, il bitter Campari e un limoncello fatto in casa. L’aspetto più difficile, ha spiegato il docente a Monica Panetto, è stato riuscire a cristallizzare i liquidi su una superficie piatta, processo che ha richiesto qualche giorno nel caso del bitter Campari e un mese invece per l’Aperol. I risultati valgono bene l’attesa, tanto più se si pensa che nessuna delle foto è stata modificata: i colori sono il risultato della propagazione della luce polarizzata nella materia cristallina. Oltre agli alcolici il prof.Cesare ha fotografato anche pellicole di plastica, ma l’interesse principale rimangono le rocce.