Cinque miliardi è una cifra folle: sono parole dette dal nuovo ministro dell’interno Matteo Salvini il quale ha voluto ribadire la sua posizione in tema di immigrazione. Da dove provengono però questi soldi e che uso se ne potrebbe fare? Il professore di sociologia dell’università di Padova Stefano Allievi e autore del libro “Immigrazione: Cambiare tutto” edito da Laterza (foto copertina), ha spiegato come “il problema delle immigrazioni non sia tanto sulle quantità, ma sulle qualità. È una follia che avvenga così, con le persone che si buttano in mare e che sono in mano ai trafficanti”. Su questo argomento ha scitto un testo su BoLive, giornale web dell’ateneo, Antonio Massariolo. “Sforbiciare dei soldi che vengono da fuori – ha continuato Allievi – non è una grande idea”. Questi fondi infatti, come rimarcato dal professor Fabrizio Tonello, provengono dall’Europa come rimborso per le spese d’accoglienza. Una provocazione spesso però può essere utile ad approfondire una tematica data per scontata. L’utilizzo di questi fondi infatti non può che essere un argomento cruciale per capire come poter migliorare una situazione tanto complicata per chi la vive quanto di alta sensibilità per l’opinione pubblica. “C’è una cosa da fare – ha dichiarato Allievi – ed è quella di regolamentare la spesa e controllare come sono usati questi soldi. Quello che non si è fatto fino ad adesso è andare nelle comunità, nelle cooperative e nelle associazioni e vedere chi lavora bene. Chi fa l’integrazione va premiato. Chi non fa nulla va punito”. I fondi sono necessari ma inevitabilmente dev’esserci un controllo su come vengono spesi. Sul tema prettamente economico il professore di sociologia ha spiegato come in “molti dei Paesi europei si spendano molto di più dei 35 euro al giorno (argomento strumentalizzato a più riprese ndr), ma li spendono bene. Utilizzarli bene significa fare corsi di lingua intensivi e obbligatori, fare una formazione professionale con il collegamento con le imprese del territorio e infine bisognerebbe fare un approfondimento sulla cultura del Paese”. La soluzione, come sostenuto da Allievi, non è il rimpatrio “che verrebbe a costare più dell’integrazione stessa” bensì un ripensamento delle politiche d’accoglienza. Per capire la situazione attuale Allievi ha fatto un chiarissimo esempio: “È come se da domani decidessimo di non importare più liquori stranieri in modo regolare – ha dichiarato il sociologo -, il risultato non sarebbe quello di non far arrivare più i liquori stranieri, questa è solo un’illusione, ma ci si renderebbe conto che si è regalato un settore prima controllato dallo Stato alle mafie transnazionali”. Sarebbe più facile aprire dei canali regolari, controllati e selezionati di immigrazione. “Il meccanismo così com’è adesso è folle. Questo è ciò che abbiamo fatto con l’immigrazione – ha concluso Allievi -, creando queste dinamiche con i barconi, i richiedenti asilo, mentre sarebbe più facile aprire dei canali regolari, controllati e selezionati di immigrazione. Il capitolo immigrazione in Italia, forse, sta imboccando un percorso più rispondente alle nostre esigenze e all’integrazione, alla oculata gestione dei costi (anche se di provenienza dell’Ue) e quanto scritto dal prof.Allievi certamente è un importante contributo per tutti.