Gian Pietro Napol, Presidente Federazione Ordini Ingegneri del Veneto, ha in una nota spiegato la situazione del rischio sismico in Veneto.
“La prima considerazione da fare è che in Veneto non ci sono zone sismiche di prima categoria, ma vi sono zone di categoria 2 e 3; non siamo pertanto nelle condizioni dei paesi del reatino interessati dal devastante sisma del 24 agosto scorso. Tuttavia non va dimenticato che tutta la Pedemontana veneta, con particolare attenzione per l’Alta Trevigiana, ricade in classe 2, quindi con un livello di rischio medio alto (il più alto grado della Regione Veneto fin dal 1982). In Veneto infatti, esiste una faglia che va dalla Pedemontana del vicentino sino al Friuli, passa per il Cansiglio e prosegue sino a Bassano; anche nel quartiere del Piave ci sono faglie e quindi il territorio è a rischio, non possiamo nascondercelo”. L’ing. Napol ha poi aggiunto che pPer quanto riguarda il patrimonio edilizio, “non credo che ci siano grosse differenze con i nostri centri storici nel senso che anche qui gran parte dell’edificato risale a qualche secolo fa, e solamente laddove sono stati fatti interventi di miglioramento e di adeguamento sismico gli edifici dovrebbero avere un grado di resistenza migliorato rispetto alle condizioni iniziali”. Sulla nuova edificazione, a partire dagli anni Ottanta questi territori – ha ricordato – sono stati dichiarati a rischio sismico secondo la Legge n. 64 del 1974. Fino ad allora non vi erano normative specifiche; ora le normative sono ancora più restrittive rispetto alla legge del 1974 e al successivo decreto del 1996. Quindi, qualora gli edifici fossero progettati secondo le normative contenute in questi provvedimenti legislativi, gli edifici dovrebbero essere in grado di resistere ad un eventuale sisma. Anche se tutti noi purtroppo sappiamo che il terremoto non si può prevedere, né si può prevederne la magnitudo. In conclusione l’ing. Napol ha sostenuto che allo stato attuale esiste una mappa della sismicità del territorio nazionale; ogni sito in base alle coordinate geografiche è predisposto ad una certa accelerazione sismica al suolo di cui è doveroso tener conto quanto si fa progettazione strutturale. Ha fatto il punto sugli edifici pubblici: “I nostri centri storici sono molto spesso strutturati in case vicine, “in cortina”, attaccate l’una con l’altra, con un probabile “effetto domino” in caso di crolli o cedimenti che potrebbe provocare certamente danni anche gravi. A livello tecnico da qualche decennio le professioni si battono affinché, così come è prevista la attestazione di prestazione energetica per i fabbricati, vi sia per ogni edificio un fascicolo contenente le caratteristiche strutturali, il “Fascicolo del fabbricato”.
Infatti, come per l’efficienza energetica, anche per le strutture di un fabbricato lo Stato dovrebbe prevedere l’obbligo di redigere una relazione che attesti il grado di sicurezza rispetto al possibile sisma previsto per quel determinato sito. Ruolo e compito degli ingegneri è chiaramente quello di progettare e realizzare edifici che siano in grado di resistere ai terremoti. In seguito al sisma dell’Emilia Romagna gli ingegneri si erano offerti si fare un esame anche dei capannoni industriali per redigere idonea documentazione, in una prima fase anche gratuitamente, ma la proposta non ha trovato grande riscontro. Infine l’ing.Napol ha detto che “si tratta di creare una cultura diversa nella popolazione per quanto riguarda i criteri edificatori di edifici privati così come pubblici e anche per le attività produttive, intervenendo con opere di sensibilizzazione a livello di imprenditori e di titolare di azienda, e sostenendo i privati. Per quanto ci riguarda noi siamo sempre stati disponibili in questo senso: abbiamo già formato 44 ingegneri veneti – definiti “agibilitatori” – pronti ad intervenire nelle zone colpite dal sisma del 24 agosto, per fare i rilievi dello stato degli edifici danneggiati così da rilasciare velocemente le eventuali agibilità o non agibilità agevolando il lavoro della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco. Ma è necessaria una maggiore attenzione da parte dello Stato nei riguardi dei proprietari di edifici che devono poter contare su agevolazioni e incentivi anche fiscali, per adeguare le proprie case e i propri edifici produttivi secondo le normative antisismiche, come è stato fatto appunto per la prestazione energetica. Sono ancora molti i passi da compiere in questa direzione”, ha concluso il presidente degli ingegneri del Veneto.