La gestione pubblica dell’acqua riceve una significativa promozione dall’Europa. Alcuni giorni fa, il Parlamento Europeo ha adottato un testo proposto da Right2Water,movimento rappresentativo di quasi due milioni di cittadini europei nato per promuovere alcuni concetti, prima di tutto che l’acqua è un bene comune e di conseguenza “l’approvvigionamento di acqua potabile e la gestione delle risorse idriche non devono essere soggetti alle logiche del mercato unico” e “i servizi idrici vanno esclusi da qualsiasi forma di liberalizzazione”. Approvando il cosiddetto “rapporto Boylan”, il Parlamento invita la Commissione Europea e gli Stati membri ad aumentare i loro sforzi per raggiungere alcuni obiettivi cruciali: il riconoscimento del diritto umano all’acqua nella legislazione dell’Unione Europea, combinando la protezione delle risorse idriche con l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici per tutti i cittadini dell’Unione; garantire un finanziamento adeguato per gli investimenti e un’equa partecipazione al recupero dei costi dei servizi idrici; promuovere l’efficienza idrica, riconoscendo le caratteristiche specifiche dei servizi di fornitura dell’acqua e il principio di sussidiarietà per quanto riguarda la scelta del modello di gestione; l’aumento delle risorse per la cooperazione internazionale sul tema dell’acqua. Aqua Publica, l’associazione europea dei gestori dell’acqua pubblica, di cui fa parte anche Etra tramite il consorzio veneto Viveracqua, saluta questa decisione come epocale: «Abbiamo sostenuto lo sviluppo dell’iniziativa e siamo lieti che il suo successo abbia favorito un rinnovato interesse a livello europeo sulle acque. Per le sue caratteristiche intrinseche e l’importanza, siamo davvero convinti che una gestione efficace ed equa delle risorse idriche può essere garantita solo attraverso un processo decisionale informato e di governance inclusiva basata sulla partecipazione dei cittadini. La realizzazione di questo ambizioso programma rappresenta una delle condizioni essenziali per conseguire uno sviluppo sostenibile per le generazioni attuali e future». «Il Parlamento Europeo – osserva Andrea Levorato, presidente di Etra –, sancendo il diritto all’acqua per tutti, ha riconosciuto il ruolo fondamentale della gestione, che punti non sulla spartizione di utili fra aziende private ma al reinvestimento del denaro dei cittadini in opere e infrastrutture a beneficio della collettività. È ciò che Etra fa investendo ogni anno una cifra attorno ai 35 milioni di euro, un livello per abitante doppio rispetto alla media italiana. I soci di Etra, infatti, che sono 75 Comuni, non si dividono gli introiti ma utilizzano interamente le risorse per costruire nuovi tratti di fognatura, sostituire o riparare condotte obsolete, realizzare e potenziare impianti. Tutto questo lavoro, oltre a servizi di alta qualità, assicura ricchezza nel territorio poiché Etra acquista da fornitori locali: 103 milioni di euro solo lo scorso anno». «Questo sistema non passa sopra la testa dei cittadini, anzi è da loro voluto come conferma l’indagine di soddisfazione dei nostri clienti che svolgiamo ogni anno: il 90,3% degli interpellati chiede che l’acqua rimanga un bene comune gestito da società pubbliche. Al contrario, dove ci sono state esperienze di gestione privata dell’acqua, assistiamo a ripensamenti e retromarce. Si pensi a Parigi, che è tornata alla gestione completamente pubblica del servizio idrico, anche contro gli interessi delle multinazionali dell’acqua che sono in gran parte francesi».