Il primo miracolo compiuto da Sant’Antonio sarebbe avvenuto a Rimini quando non aveva ancora trent’anni. Siamo nei primi anni del 1200 e la sua fama di missionario francescano era già diffusa. Era un grande predicatore e gli eretici avevano proibito di ascoltarlo, così nessuno faceva caso a quello che diceva. Antonio non trovava a chi rivolgere la parola. Allora andò in riva al mare e chiamò a raccolta i pesci, che affiorarono a migliaia per ascoltare attenti la sua parola. Molte persone si accorsero del prodigio e avvertirono amici e parenti e tutti gli chiesero perdono. Nato a Lisbona, Fernando (il suo vero nome), primogenito in una nobile famiglia, abbandonò presto la carriera militare intrapresa per tradizione familiare e all’età di circa diciassette anni si ritirò nell’antica Abbazia di Coimbra, città allora capitale del Portogallo e distante circa 230 km da Lisbona. L’incontro con alcuni frati francescani cambiò la sua vita: cominciò a viaggiare ed a predicare con il nome di Antonio, venne in Italia dedicandosi alla predicazione divenendo molto popolare. Scelse Padova per stabilirsi, dove morì nel 1231 a trentasei anni. Chi manifestava la propria devozione per Antonio, anche dopo la sua morte, ne riceveva effetti miracolosi così la sua popolarità crebbe. Fedeli di ogni condizione sociale sfilavano davanti alla sua tomba toccando la pietra a protezione del suo sepolcro (dietro l’altare) e chiedendo miracoli, grazie e guarigioni e la folla andava in processione anche a piedi nudi e di notte. È solitamente raffigurato con il Bambino in braccio, il giglio e il libro, simbolo della sua scienza e della sua dottrina, Al Santo ci si rivolge tuttora per ritrovare le cose smarrite, recitando in latino il “sequèri”, il responsorio in suo onore: “Si quoeris miracula/mors, error calamitas/doemon, lepra fugiunt/ alegri surgunt sani. Sant’Antonio è in assoluto il Santo più conosciuto al mondo ed ha milioni di devoti. È protettore dei poveri, delle case, delle famiglie, delle promesse di matrimonio, delle donne incinte, dei viaggiatori e degli animali. Ancora oggi sono milioni le persone che visitano la sua tomba e la maggior parte di queste persone porta nell’animo una profonda venerazione per il grande frate francescano. Anche le comunità ROM di vari paesi lo venerano. Papa Giovanni Paolo II disse che “Sant’Antonio è il Santo di tutto il mondo. Decine di migliaia di pellegrini provenienti dall’Italia e dall’estero, pure dalle Americhe, affluiscono ogni anno a Padova il 13 giugno, giorno della sua morte, nella Basilica fatta costruire nel 1256. E’ festa patronale a Padova. In questo giorno si svolge tantissmi fedeli si accalcano intorno al sagrato della Chiesa per partecipare alla tradizionale processione, preceduta da una veglia serale di preghiera prima della processione, (nella foto d’arch. la processione davanti alla Basilica). Nei tredici giorni che precedono la Festa, si celebra, in clima suggestivo, la Tredicina in preparazione della solennità. Fino al 17 giugno le reliquie del Santo saranno accolte da alcune comunità cristiane in Sicilia, Calabria e Lazio. Si tratta di reliquie estratte dalla Tomba del Santo nel 1981 durante la “ricognizione” dei suoi resti mortali. Sono queste che, da quasi 40 anni, viaggiano nel mondo. Un modo per i frati di Sant’Antonio di portare il Taumaturgo vicino ai suoi innumerevoli devoti, per sostenerli nel loro cammino di fede. Quella in Sicilia, Calabria e Lazio non è l’unica “Peregrinatio antoniana”. In questi mesi le Reliquie del Santo saranno in Australia, USA, Canada, Romania e Austria. Nei mesi scorsi sono state venerate nelle parrocchie della diocesi di Charleston in South Carolina, negli USA, a Dubrovnik, in Croazia, dove sono giunti a pregare il Santo anche grupppi di fedeli musulmani, e in alcuni Stati dell’India, con grande affluenza di fedeli, anche di religione indù. (ODM)