Fino a 780 km di profondità, all’interno del mantello inferiore della Terra, bisogna scendere per trovare il carbonio purissimo, utile per comprendere moltissimi elementi riguardo la storia geologica del nostro pianeta e le sue trasformazioni. La scoperta è stata fatta da Fabrizio Nestola e dal suo team del dipartimento di Geoscienze dell’università di Padova, in collaborazione con le università canadesi di Alberta e della British Columbia di Vancouver, e pubblicata su Nature. Un servizio è stato pubblicato sul giornale Il Bo dell’ateneo, e così ha dedicato una trasmissione radiofonica RadioBue. Uno dei principali obiettivi della geologia della Terra solida è quello di comprendere la mineralogia del nostro pianeta dalla superficie fino alle sue grandi profondità. Infatti, la composizione mineralogica (chimica, struttura cristallina e caratteristiche fisiche) del nostro pianeta combinata con le variazioni di pressione e temperatura influenzano l’intera dinamica terrestre. In questo contesto entrano in gioco i diamanti naturali: questi rari e costosi “oggetti” sono capaci di fornire informazioni dirette da grandi profondità perché trasportano fino alla superficie impurità al loro interno in forma di micro frammenti di Terra profonda. Fabrizio Nestola e il suo team, in collaborazione con i ricercatori delle università canadesi di Alberta e della British Columbia di Vancouver, hanno rinvenuto un piccolo cristallo con composizione CaSiO3 di appena 0.03 millimetri, inglobato all’interno di un frammento di diamante 40 volte più grande, che fornisce preziose informazioni sulle profondità alle quali possono cristallizzare i diamanti e sui processi di subduzione profondi. Il prezioso oggetto naturale dello studio proviene dalla miniera sudafricana vicino a Pretoria in cui nel 1869 venne rinvenuto il diamante grezzo più grande della storia – il famoso Cullinan dell’incredibile peso di 3.107 carati. Le inclusioni di CaSiO3 scoperte da Fabrizio Nestola, in collaborazione con i ricercatori dei tre atenei, dimostrano che quel diamante si è formato all’incredibile profondità di 780 km in un settore della Terra chiamato “mantello inferiore” (dai 660 km fino al limite con il nucleo terrestre che inizia a 2.900 km di profondità). Finora la formazione di diamanti nel mantello inferiore era stata solo ipotizzata data l’impossibilità materiale di raggiungere quelle profondità (quindi si è arrivati tramite laboratorio). Non solo, la scoperta di Nestola fornisce una chiara evidenza dell’origine superficiale dell’impurità: il materiale che ha poi dato origine al cristallino CaSiO3 deriverebbe dalla crosta oceanica terrestre (materiale superficiale) che sarebbe andata in subduzione fino al mantello inferiore, come previsto da sempre dalla geofisica, ma mai dimostrato empiricamente prima di questa pubblicazione. Infine dati di laboratorio indicano che la perovskite CaSiO3 rappresenta il quarto minerale più abbondante della terra dopo la perovskite MgSiO3, l’ossido di ferro e magnesio (Mg,Fe)O e l’olivina (Mg,Fe)2SiO4. La CaSiO3 è l’unica fase che riesce a trasportare dall’alto a grandi profondità elementi radioattivi come uranio e torio (U e Th). Questi ultimi potrebbero essere generatori di calore che a sua volta creano nuove e inaspettate dinamiche terrestri a quelle profondità. Per quest’ultima ipotesi, già validata in laboratorio, manca ancora la conferma attraverso una consolidata statistica di campioni naturali.