La tutela delle minoranze linguistiche passa, anche in Europa, attraverso una solida architettura normativa ma anche con occasioni di sviluppo e di crescita, culturale ed economica, delle popolazioni. Un ruolo importante ce l’ha Internet, grande rete di conoscenza monopolizzata da poche, diffuse lingue ma straordinario strumento di promozione degli aspetti culturali locali. L’indicazione arriva dal seminario sulle “minoranze linguistiche nell’Unione Europea” all’istituto culturale Mocheno di Palù del Fersina (Trento); qui si è proposta una riflessione sulle prospettive di adozione di una disciplina in tema di tutela e promozione delle minoranze linguistiche da parte dell’Unione Europea (foto). Tra i temi trattati anche i nuovi strumenti di democrazia partecipativa quale l’iniziativa dei cittadini «Minority SafePack» promossa dal Fuen (Unione Federale Europea dei Gruppi Etnici). Ai lavori hanno preso parte, oltre al presidente della Provincia autonoma di Trento, anche Claudia Soria dell’Istituto di Linguistica Computazionale di Pisa e membro dell’European Language Equality Network (Elen); il rappresentante del Fuen (Unione Federale Europea dei Gruppi Etnici), e Roberto Toniatti, docente dell’Università di Trento. La tutela delle minoranze non è una materia specifica, ma un obiettivo trasversale, che tocca l’esercizio di molte competenze suddivise tra attori diversi. Anche per questo non può essere un compito riservato ad un solo attore istituzionale, ma deve riguardare tutti i livelli di governo e della società civile, nel rispetto delle rispettive competenze. Come in altre materie, il ruolo dell’Unione europea è fondamentale in quest’ambito ma, a differenza di altri settori in cui l’UE ha sviluppato molto il proprio ambito di intervento, in materia di minoranze è rimasta molto cauta, nonostante i richiami espliciti del Trattato di Lisbona, della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, oltre alla giurisprudenza della Corte di giustizia. Ma la tutela delle lingue passa anche attraverso la grande rete di Internet: contenitore globale di conoscenza e contenuti, monopolizzati però da poche lingue: sei lingue coprono il 94 per cento dei contenuti online, mentre le altre 6 mila lingue della terra raggiungono la percentuale residuale. Dalla Provincia autonoma di Trento è arrivato l’invito a “riempire di contenuti” le norme (che già ci sono) e, sopratutto, lavorare per garantire il salto di qualità delle politiche. La tutela delle minoranze passa attraverso la capacità di intrecciare gli aspetti di valorizzazione culturale e i tempi di sviluppo (culturale ed economico) delle popolazioni che vivono in zone spesso delocalizzate. Su questo aspetto, l’opinione è generale, c’è ancora molto da lavorare. Al centro del convengo c’è anche la proposta di normativa «Minority SafePack», promossa dal Fuen(Unione Federale Europea dei Gruppi Etnici), con cui si chiede all’UE di migliorare la protezione delle persone appartenenti a minoranze nazionali e linguistiche e di rafforzare la diversità culturale e linguistica in seno all’Unione. L’obiettivo principale dell’iniziativa è la richiesta all’UE di adottare un insieme di atti giuridici per migliorare la protezione delle persone appartenenti a minoranze nazionali e linguistiche e per rafforzare la diversità culturale e linguistica in seno all’Unione. Negli atti devono essere previste iniziative politiche in materia di lingue regionali e minoritarie, d’istruzione e di cultura, di politica regionale, di partecipazione, d’uguaglianza, di contenuti audiovisivi e di altri contenuti mediatici, nonché di sostegno regionale (statale). Per info: http://www.minority-safepack.eu.