L’Ateneo Veneto ha organizzato per il 22 marzo, nell’Aula Magna (h 17) un incontro di approfondimento dedicato al “Monumento al Soldato d’Italia” di Pederobba (Treviso), realizzato dallo scultore veneziano Gianni Aricò. Dopo le tre lezioni tenute tra febbraio e marzo da Mario Isnenghi per il ciclo “Bellum in Terris”, all’Ateneo Veneto continuano le commemorazioni del primo conflitto mondiale: questa volta il compito è affidato allo stesso maestro Aricò, in conversazione con lo storico Michele Gottardi, per raccontare la genesi di un’opera che è l’unica testimonianza visiva sul fiume Piave – uno dei luoghi simbolo del conflitto – in ricordo della Grande Guerra. Il “Monumento al Soldato d’Italia” infatti è collocato lungo la statale Feltrina, quasi di fronte al sacrario militare dei francesi, sul ciglio della riva destra del Piave. Si tratta di un monumento composto da otto gruppi bronzei che rappresentano – lontano dalla retorica tradizionale – diversi momenti simbolici dell’esperienza di guerra. A volerlo era stato un gruppo di cittadini e di alpini, tra cui il Generale delle Truppe Alpine Edoardo Giani (all’epoca comandante della Caserma Cornoldi di Venezia), perché venisse dedicato a quegli uomini, a quei ragazzi che avevano sacrificato la loro vita per la Patria proprio in quei luoghi. Per Gianni Aricò fu un intenso lavoro durato due anni, nel suo studio di Venezia; poi il trasferimento a Pederobba dei gruppi scultorei dopo che la Regione del Veneto aveva identificato il luogo in cui il monumento sarebbe stato collocato. Infine la cerimonia solenne di inaugurazione, il 5 Novembre 1988, a conclusione delle celebrazioni del 70° anniversario della fine del conflitto. Ora, a trent’anni dalla sua collocazione, il “Monumento al Soldato d’italia” è stato sottoposto a un piccolo intervento di manutenzione da parte del Comune di Pederobba, in occasione del centenario della Grande Guerra. La conferenza all’Ateneo Veneto sarà occasione per ricordare tutti i momenti che hanno preceduto la realizzazione dell’opera e per descrivere nel dettaglio il monumento, costituito da venti figure a grandezza naturale (foto), che formano una sorta di narrazione per singoli episodi: “gli adii alle famiglie”, “la marcia per raggiungere la frontiera”, “la barriera posta dagli uomini, dal Piave e dalle sue onde”, “l’incontro con i profughi”, “la speranza per un più sereno avvenire”.