La CMC, Cooperativa Muratori Cementisti, di Ravenna, ha acquisito, secondo quanto si è appreso, due nuove commesse per un valore di oltre 400 milioni di euro in mercati ritenuti strategici come gli Emirati Arabi Uniti, il Kuwait, l’Africa Australe e gli USA. Grazie all’apertura della nuova filiale di Dubai, CMC è riuscita maggiormente ad essere presente nel Golfo Persico acquisendo due commesse per l’urbanizzazione primaria di aree di futura edificazione, per 270 milioni di euro in Kuwait e per 15 milioni di euro negli Emirati Arabi Uniti. CMC ha inoltre rafforzato la propria presenza in Africa Australe ottenendo una commessa da 100 milioni di euro in Mozambico per la realizzazione di un villaggio residenziale per la compagnia petrolifera statunitense Anadarko. Sul fronte USA, invece, va registrata l’acquisizione della prima commessa in forma diretta di CMC per lo scavo di un tunnel idraulico in South Carolina il cui valore è di 30 milioni di euro. CMC, fondata nel 1901, è tra le principali società di costruzioni italiane, ed opera a livello internazionale da più di 40 anni. Il Gruppo si è affermato in Italia e nel mondo per la realizzazione di opere nei settori dei trasporti, dell’idraulica, dell’energia, dell’edilizia, dell’ecologia e ambiente nonché in ambito marittimo e portuale. Tra i principali lavori terminati o in corso di realizzazione negli ultimi anni da segnalare: i lavori per l’adeguamento a 4 corsie della SS 640 fra Agrigento e Caltanissetta, la costruzione di due lotti della metropolitana di Singapore, gli impianti idroelettrici in Sud Africa e in Kenya e le due gallerie stradali della tangenziale di Stoccolma. CMC è attiva nei settori dei trasporti, opere idrauliche e irrigue, edilizia, ecologia e ambiente, opere portuali e marittime. “Questo è un periodo positivo per noi, sempre più committenti all’estero stanno riponendo la loro fiducia nelle nostre qualità – ha sottolineato Roberto Macrì, Direttore Generale di CMC – Attualmente, inoltre, siamo potenziali aggiudicatari di altre tre grandi commesse in Nepal, Sud Africa e Polonia per oltre mezzo miliardo di euro”. I requisiti tecnico-organizzativi ed economico-finanziari posseduti e la vasta esperienza acquisita, in ogni parte del mondo, nella realizzazione di grandi opere in infrastrutture, collocano CMC fra i pochi general contractor italiani abilitati a concorrere agli appalti di maggiori dimensioni. In Italia, la Cooperativa è presente nei mercati delle grandi opere e dei lavori pubblici. CMC all’estero predilige i lavori più affini alle specializzazioni acquisite. Attualmente è presente in Algeria, Angola, Arabia Saudita, Argentina, Cina, Dubai, Egitto, Filippine, Francia, Hong Kong, India, Kenya, Laos, Lesotho, Libano, Malawi, Mozambico, Namibia, Nepal, Pakistan, Singapore, Sudafrica, Svezia, Thailandia, USA, Zambia. Quarta impresa di costruzioni in Italia, CMC ha chiuso il 2016 con un fatturato di 1.063,0 milioni di euro, di cui circa il 65% realizzati nell’attività di costruzioni all’estero. L’organico fisso di CMC (fine 2016) era di 456 unità, di cui 361 soci della cooperativa. Il personale occupato in Italia e nel resto del mondo in totale era di 7.597 unità. CMC per incrementare il personale “comandato” all’estero ha una sua linea d’azione: dà preferenze alla chiamata di giovani con la valigia in mano ed con il passaporto. Gli ordini più recenti della CMC riguardano la metropolitana di Cosenza e l’ospedale Camerano di Ancona. Grandi opere che si aggiungono agli appalti più recenti. Sia in Italia (l’adeguamento a 4 corsie della statale Agrigento – Caltanissetta, o l’ammodernamento della nuova Aurelia a Savona), sia all’estero: due lotti della metropolitana di Singapore, gli impianti idroelettrici in Cile, India e Kenya e le due gallerie stradali della tangenziale di Stoccolma. CMC ha lavorato, per un periodo, anche per le opere edil-marittime del Mose (dighe mobili) ma ne è uscita in tempo da quello scandalo di mazzette, tuttavia risulta che ha avuto altri grattacapi, come pubblicato da “Libero” il 20 settembre 2017; in una delle sue inchieste ha scritto che nell’attività della cooperativa colpisce soprattutto la capacità di passare indenne attraverso il fuoco della magistratura.