Il Veneto si candida per la realizzazione e l’insediamento del DTT (il Divertor Tokamak Test), il progetto da 500 milioni di euro per realizzare l’infrastruttura strategica di ricerca sulla fusione nucleare. Il laboratorio scientifico, considerato l’anello di collegamento tra i grandi progetti di fusione nucleare ITER e DEMO, fornirà risposte scientifiche, tecniche e tecnologiche che saranno cruciali e destinate a risolvere una delle maggiori criticità del processo di fusione: lo smaltimento dell’energia nei reattori a fusione. La realizzazione del nuovo insediamento sarebbe un ulteriore passo in avanti per la sperimentazione sul campo dell’energia pulita. Sul giornale Il Bo dell’ateneo di Padova è pubbblicata  una dichiarazione del rettore Rosario Rizzuto: “La presentazione della candidatura veneta all’insediamento del DTT è l’esempio concreto dei frutti del lavoro congiunto fra istituzioni. Grazie alla Regione Veneto e al Comune di Venezia: il lavoro a “sei mani” ha portato al punto di arrivo di oggi. Ma permettetemi di sottolineare anche l’ennesimo riconoscimento alla competenza dell’Università di Padova, in particolare – in questo caso – delle aree di Fisica e Ingegneria. Èd è fondamentale che il costante lavoro di ricerca del nostro Ateneo abbia poi ricadute concrete che si declinano in opportunità per il territorio. Il senso della terza missione si misura anche grazie a risultati come questi”. L’università di Padova, attraverso il consorzio RFX, è da sempre uno dei riferimenti nazionali per la ricerca sulla fusione nucleare. Nei suoi laboratori, è detto in una nota, si lavora da anni con esperimenti sul plasma: il gas ionizzato ad altissima temperatura al cui interno si studia il processo di fusione dei nuclei.

 

 

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