Fabrice Leggeri, direttore di Frontex (agenzia europea delle guardie di frontiera) organizzerà quanto prima dei voli charter propri per i rimpatri dei migranti senza status. Leggeri ha dato questa notizia alla commissione Libertà civili (Libe) del Parlamento europeo. Egli ha segnalato un “grosso scarto tra il numero di migranti che chiedono protezione internazionale e quelli che poi effettivamente la ottengono”. Tra l ‘altro ha definito “una situazione preoccupante” la permanenza di queste persone nel territorio dell’Unione senza “alcun inquadramento da parte degli Stati”. Per questo sono in corso “discussioni con l’Ufficio europeo per il sostegno all’asilo (Easo) per un migliore scambio di informazioni, in modo tale che quanto si vedono rigettare la richiesta possano essere immediatamente inseriti nel sistema dei rimpatri”. Ben Lewis dell’Ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani, nell’audizione alla commissione Libe, ha sostenuto che “i rimpatri su larga scala sono il segno di un sistema di gestione delle migrazioni fallito. E’ il segnale che qualcosa è andato male”. Fonti d’agenzia hanno reso noto che a Bruxelles “la parola ‘rimpatrio’ è divenuta un eufemismo.