Giulio Tremonti nell'aula dei Gruppi Parlamentari durante il convegno 'Big Data e privacy. La nuova geografia dei poteri', Roma, 30 gennaio 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

A porte chiuse si è svolto un forum di Aspen Italia al Molino Stucky, grande albergo che si affaccia sul canale della Giudecca di Venezia; i lavori sono durati 2 giorni e presieduti dall’ex ministro Giulio Tremonti che di Aspen Italia è il presidente. A margine del forum, Tremonti (foto Ansa), parlando dell’embargo con la Russia, ha detto di ritenere che “sia stato un errore”. Ha ricordato che esso è stato voluto dalla vecchia amministrazione Usa che voleva lo scontro: “Ora quell’amministrazione ha perso e credo che la nuova sia più morbida e spero che l’embargo venga eliminato”. La dichiarazione è stata riportata dalle agenzie di stampa e dai media nazionali. Da una nota si è appreso che, tra le varie tematiche affrontate al forum, il concetto di smart city che deve esprimere un potenziale emozionale e seduttivo rispetto ai propri utenti, in quanto vissuta come lovable and liveable. Partendo dal presupposto che circa il 75% della popolazione europea vive in città, a livello di Commissione Europea si sta discutendo la possibilità di elaborare una “European Urban Agenda”, in grado di definire una “European urban dimension”, studiando le condizioni per una governance multi-livello. I problemi che più sembrano penalizzare la gestione urbana, in Italia ma non solo, sono spesso associati all’inadeguatezza dei meccanismi burocratici: procedure di approvazione lente, frammentazione dei poteri, moltiplicazione e sovrapposizione di competenze istituzionali. Non va dimenticato che città come Venezia, quasi una sintesi estrema ed esemplare delle città storiche italiane, devono fronteggiare anche altre tipologie di rischio: da un lato la vulnerabilità delle amministrazioni rispetto ad aziende che propongono la vendita di servizi tecnologici per risolvere i problemi di gestione della città, dall’altro il rischio di trasformarsi in sistemi urbani mono-culturali (si pensi a Venezia città unicamente turistica, ad esempio). Contemporaneamente sussistono annosi ed essenziali problemi ancora da risolvere, come ad esempio la mancanza di alloggi sociali (social housing), l’organizzazione del trasporto pubblico nonché problemi via via più gravi, come quelli causati dalla gestione sempre più complessa dei rifiuti e quelli derivanti dal climate change e dalle connesse e sempre più frequenti catastrofi naturali. Perfino una città speciale come Venezia, protetta da una struttura fisica che è assieme home, heritage, hosting ed è al centro di attenzione globale al suo destino, pare avvertire una crescente fatica, sotto il peso delle difficoltà. Difficoltà che anche le altre amministrazioni cittadine lamentano e condividono, soprattutto per la sostanziale impossibilità di ottenere contributi statali per migliorare i servizi locali; in questa situazione emerge, invece, un diffuso interesse rispetto all’innovazione gestionale e programmatica del territorio e delle città che, è detto acnora nella nota, sembra finalmente sancita dalle recenti leggi italiane in materia di città metropolitane e pare avviata ad ulteriori semplificazioni e ottimizzazioni, in forza dei progetti legislativi riguardanti le province e le regioni.

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