“Una cintura, una via” , BRI (Belt and Road Initiative), nasce nel 2013, progetto lanciato dal presidente cinese Xi Jinping con l’idea di far risorgere dalle ceneri l’antica via della seta. A distanza di cinque anni, la Nuova Via della Seta comincia a prendere forma. Due le rotte principali: una via economica terrestre, che si snoda attraverso tutto il vecchio continente, dalla Cina fino alla Spagna; mentre, per rafforzare i collegamenti con l’Africa e l’Europa, una via marittima, che costeggia tutta l’Asia Orientale e Meridionale, arrivando fino al Mar Mediterraneo attraverso il canale di Suez, con l’ Italia come ultimo snodo del Mediterraneo prima del transito delle merci verso il Nord Europa. Lo scopo del progetto è quello di congiungere Asia a Europa attraverso Asia Centrale, Medio Oriente (e Africa) tramite nuove rotte, create dalla partecipazione economica della Cina in accordo con i Paesi attraversati da questi corridoi, per contribuire in modo significativo alla crescita economica globale. Fra i 65 paesi del territorio euroasiatico e africano aderenti al progetto, l’ Università Ca’ Foscari di Venezia organizza un focus sul Kazakhstan. Appuntamento per l’8 gennaio, h 16.30, in aula Baratto, Ca’ Foscari sede centrale (foto), per scoprire più da vicino il paese da cui partirà la Nuova Via della Seta. Come segnala il magazine di Cà Foscari, relatori d’eccezione sono Stefano Ravagnan, ambasciatore italiano in Kazakhstan, Galym Mutanov, rettore dell’Università Nazionale Al Farabi di Almaty e Tolkyn Abildayeva, direttore del dipartimento di letteratura straniera alla Biblioteca Accademica Nazionale di Astana, al centro degli interventi la realtà Kazaka, punto di connessione tra Oriente e Occidente.