La cosiddetta Dark Matter (dichiarata signora indiscussa dell’oscurità), compone circa il 27% della massa dell’Universo e il suo studio è una delle maggiori e più affascinanti sfide della fisica contemporanea. Ora, una collaborazione nazionale comprendente un team di fisici dell’Università di Ferrara, con responsabile locale il dott. Luca Tomassetti, sta sviluppando un rivelatore di particelle ad altissima sensibilità, che contribuirà a gettare ulteriore luce su questa misteriosa componente del nostro Universo. Il Prof. Roberto Calabrese, Direttore del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife, ha spiegato che : “nella comunità scientifica internazionale vi è molto fermento per la realizzazione di nuovi esperimenti che permettano di fare luce sulla Dark Matter. Sono esperimenti che utilizzano tecnologie molto avanzate sviluppate in diversi ambiti della fisica, come gli apparati presenti nei laboratori sotterranei del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn)”. Il miglioramento di tali tecnologie rappresenta una sfida continua per gli scienziati di tutto il mondo. “Una grossa difficoltà è data dalla piccolissima sezione d’urto che dovrebbe caratterizzare i processi di interazione della materia oscura con la materia ordinaria. Tale sezione richiede lo sviluppo di rivelatori ultra-sensibili”, ha illustrato Calabrese il quale ha ag “Il nuovo rilevatore che stiamo sviluppando è costituito da un nucleo di gas inerte solidificato a temperature particolarmente basse, sondato da speciali fasci laser che consentono di “interrogare” il materiale e di studiare eventuali interazioni con la Dark Matter”. I primi risultati relativi alla tecnologia sviluppata sono stati pubblicati sulla rivista “Review of Scientific Instruments” e sono il frutto del lavoro dei fisici Roberto Calabrese, Marco Guarise, Eleonora Luppi, Alen Khanbekyan e Luca Tomassetti dell’Università di Ferrara, in collaborazione con i colleghi delle Università di Padova, Siena e dei Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN. E’ stato altresì segnalato che questi dati sono stati menzionati nell’ultimo numero di “Scilight”, prestigiosa rivista americana.

 

Lascia un commento