E’ allarme rosso per i fiori italiani, con +95% dei costi per piante e sementi per i vivai travolti da rincari dell’energia che colpiscono l’intera filiera (fertilizzanti, imballaggi,plastica dei vasetti, carta delle confezioni fino al gasolio per il riscaldamento delle serre con il calo delle temperature per l’arrivo dell’autunno). E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Crea in occasione del Flormart, la fiera internazionale che a Padova ha acceso i riflettori fino al 23/9 su un settore di eccellenza del Made in Italy che vale 2,5 miliardi di euro e garantisce 200mila posti di lavoro messi a rischio dalla crisi energetica. Le aziende florovivaistiche – sostiene Coldiretti Padova – stanno affrontando aumenti di costi a valanga: +250% per i fertilizzanti, +110% per il gasolio, +15% per i fitosanitari contro i parassiti, +45% per i servizi di noleggio, secondo gli ultimi dati Crea. Ma gli incrementi colpiscono anche gli imballaggi – e’ detto in una nota di Coldiretti – dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati. Per non parlate delle spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma. Nel oadivano il florovivaismo conta circa 450 aziende su un totale veneto di circa 1.500, sono grossimodo 740 ettari dedicati alla produzione, tra serre e vivai a pieno campo. Nonostante il calo strutturale delle imprese il florovivaismo veneto, il cui valore è di circa 210 milioni di euro con un patrimonio di 1,5 miliardi di piantine, aveva saputo riprendersi dal calo imposto dalle restrizioni Covid, adattando anche l’organizzazione aziendale alla vendita on line con maggiori servizi di consegna a domicilio. In provincia di Padova, dove il florovivaismo è diffuso nel distretto di Saonara, in cui si contano 70 aziende, come in diversi centri della Bassa Padovana, le circa 450 aziende attive fatturano poco meno di 70 milioni di euro. Il 2021 si era chiuso con un ritorno del segno positivo sia sul fronte della produzione che del fatturato. Ma il 2022 ha portato ad un’inversione di tendenza prima a causa dell’impatto degli aumenti dei costi dell’energia, del riscaldamento e delle principali materie prima e in seguito con le difficili condizioni climatiche, a partire dal caldo e dalla siccità che hanno influito sulle vendite. Non da ultimo, continua Coldiretti Padova, le sferzate del maltempo, come quella dello scorso fine settimana con la grandine che ha colpito proprio i vivai del distretto di Saonara e dintorni, provocando danni per alcune centinaia di migliaia di euro. Il florovivaismo – secondo Coldiretti – è un comparto strategico per il Paese con 30 mila ettari di territorio coltivati da 21.500 imprese coinvolte fra produzione di piante e fiori in vaso (14 mila) e quelle di piantine da trapianto (7.500) messo sotto pressione dalle importazioni dall’estero cresciute del +59% nei primi sei mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con oltre 2/3 (71%) rappresentati dagli arrivi dall’Olanda. Fra gennaio e giugno di quest’anno le importazioni di piante e fiori hanno sfiorato i 452 milioni di euro coprendo in sei mesi il 77% del valore registrato in tutto il 2021. Coldiretti ha segnalato che 1 prodotto su 5 arriva dall’estero, nonostante la frenata degli scambi internazionali causati dalle tensioni per la guerra in Ucraina con la riduzione nella Ue del 40% del commercio di fiore reciso e della perdita del 30% del potere d’acquisto dei consumatori dell’Unio. “Occorre combattere la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori vendita in Italia ed in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori” ha duchiarato Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova, nel sottolineare “l’importanza di preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni Made in Italy scegliendo l’acquisto di fiori tricolori, direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territo.Tra le proposte di Coldiretti, c’è tra l’altro, lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr e l’incentivazione delle operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole. Infine c’è attesa per il provvedimento, trasmesso dal Ministero delle Politiche Agricole alla Conferenza Stato-Regioni, in discussione il prossimo 28 settembre misure di contributo per le imprese florovivaistiche che abbiano sostenuto nel periodo marzo-agosto 2022 costi superiori di almeno il 30% rispetto a quelli sostenuti nello stesso periodo dello scorso anno, per la gestione delle attività produttive, svolte essenzialmente in serra, per l’acquisto di energia elettrica, gas metano, G.P.L., gasolio e biomasse utilizzate per la combustione in azienda.(ph arch.)