Raddoppiano in cinque anni i cavalli italiani – oggi a 420 mila esemplari – e vola l’equiturismo, con un numero crescente di agriturismi e strutture specializzate nel trekking equestre, specie in Toscana, Veneto e Lombardia. É un ritorno al passato quello della campagna italiana, che si scopre sempre più a cavallo secondo 2 indagini presentate a Fieracavalli che tracciano un profilo molto equino delle strutture turistiche e allevatoriali del Paese. E secondo l’analisi elaborata da Ciset (Centro internazionale di studi sull’economia turistica), Università Ca’ Foscari e Regione Veneto, il settore è trainato da nuovi appassionati non esperti, che considerano il cavallo anche un vettore per il trekking alla scoperta di paesaggi e dell’enogastronomia locale. Tre cavalieri su quattro sono infatti ‘non esperti’ o ‘alle prime armi’, prediligono passeggiate in sicurezza, semplici e suggestive e magari con qualche fermata per eventi o degustazioni. Per la sua attività Il turista a cavallo spende in media 55 euro al giorno, a cui si aggiungono i costi di altri servizi come la ristorazione e l’alloggio. Costi non eccessivamente elevati visto che solo il 22% degli intervistati da Ciset, ritiene la questione economica un ostacolo per la pratica. È piuttosto la sottovalutazione del turismo equestre da parte dell’offerta italiana a impedire lo sviluppo ulteriore del comparto (78%), seguita dalla scarsità dei percorsi attrezzati (46%) e dalla ridotta percezione del nostro Paese come meta del turismo equestre (44%). I dati sono emersi nel corso della presentazione del primo Master europeo di “Turismo Equestre”, un percorso realizzato in collaborazione con Ciset-Cà Foscari Università di Venezia e European Academy for Rural Territories Hospitality (Earth).Secondo lo studio realizzato da Confagricoltura Veneto con la Cgia di Mestre, ad aumentare insieme al numero dei cavalli è anche l’occupazione. Sono infatti 40-50 mila gli impiegati nel settore ippico (incluso l’indotto), in crescita soprattutto nel comparto agricolo: sono quasi tremila le aziende agricole dedicate prevalentemente all’allevamento dei cavalli. Per Giuseppe Castiglione, sottosegretario alle politiche agricole con delega sul settore ippico, intervenuto alla presentazione della ricerca Confagricoltura-Cgia Mestre a Fieracavalli: “Il turismo equestre è un motore anche per la diversificazione dell’impresa agricola, la valorizzazione e la promozione del territorio. Torniamo ad investire sull’allevamento italiano dopo anni difficili in cui abbiamo attuato un’azione di risanamento finanziario. Ora puntiamo sulla crescita del settore a tutto tondo, in stretta sinergia tra governo e regioni e in un’ottica di sostenibilità ambientale e anche economica”. Nell’ambito dell’attenzione che Fieracavalli riserva al turismo equestre Regione Veneto, in collaborazione con Unpli Veneto (Unione delle Pro Loco) e Associazioni dei Cavalieri, ha illustrato in Fiera le 12 ippovie che compongono il sistema integrato denominato “La Via delle Prealpi”, le prime sei delle quali sono ora facilmente percorribili grazie alla nuova web-app. “Una sorta di catalogo virtuale contenente i tanti percorsi che il Veneto è in grado di offrire, grazie alla sua ricchezza ambientale e paesaggistica, ma anche alla qualità delle sue produzioni tipiche”, ha dichiarato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia (tra l’altro appassionato di cavalli).