Parola d’ordine: sognare. Si chiamerà proprio Sogni?, infatti, la birra che verrà distribuita ai partecipanti di DIGITALmeet, il più grande e diffuso festival italiano sul mondo dell’alfabetizzazione digitale che torna dal 17 al 21 ottobre e taglia il traguardo della sesta edizione. L’anticipazione dell’evento non poteva mancare e si chiama Talent Beer: in attesa di scoprire le novità del festival promosso da Fondazione Comunica e Talent Garden Padova, che nel 2017 ha coinvolto 19 mila visitatori, 300 speaker e 125 associazioni con 143 eventi in 70 location, il Birrificio Antoniano di Ronchi di Villafranca Padovana ha aperto le porte agli abitanti del Talent Garden (TAG) Padova e agli studenti del Liceo scientifico Romano Bruni, coinvolti in un progetto di alternanza scuola-lavoro. Anche Padova per quattro giorni ospita – informa una nota degli organizzatori – una serie di interessanti eventi e incontri su temi come Internet of things, cybersecurity e altre innovazioni di grande attualità. Per l’occasione un team di sportivi, imprenditori ed esperti di territorio e comunicazione si è riunito per dare vita alla “Sport Digital Beer”, una birra digitale dal forte accento sportivo, che sarà pronta per l’inizio del festival (foto Digalmeet). La degustazione ha messo a confronto tre realtà apparentemente diverse tra loro – birra, sport e digitale – che in realtà hanno molti punti in comune, come la voglia e necessità di socializzare, la ricerca costante di miglioramento, il rispetto per l’altro. I partecipanti alla tavola rotonda, tra i quali il pluricampione olimpico di canottaggio Rossano Galtarossa e Lorenzo Gubian, direttore di Ict e Agenda digitale della Regione Veneto, hanno inoltre creato anche due etichette per la Sport Digital Beer. La scelta passa alla community digitale, che attraverso un contest online va a sancire quale delle due diventa l’etichetta ufficiale di questa edizione. L’appuntamento è sui social, con l’hashtag #DM17. L’Antoniano è un birrificio agricolo: i campi d’orzo trasformano la storia in realtà. La scelta di coltivare l’orzo su oltre 90 ettari di terreno nel Nordest rispecchia l’ideale di filiera corta, dove la provenienza delle materie prime e l’attenzione verso il consumatore vengono messi al centro. All’orzo si aggiunge poi il luppolo, coltivato a Padova, grazie alla consulenza di esperti a livello nazionale. Si tratta di un birrificio giovane ma ambizioso, nominato nel 2017 “European Brewer of the Year”, all’International Beer Challenge di Londra.
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