Tre “Camminatori” si sono messi in marcia per tracciare il nuovo percorso del Cammino di Sant’Antonio che collegherà Gemona del Friuli al Santuario Padovano e che andrà ad aggiungersi ai tracciati già oramai divenuti consuetudine di pellegrinaggio e di fede per migliaia di camminatori da Milazzo, ad Assisi, a Padova. I tre Camminatori – il presidente dell’Associazione dei Cammini Mirco Zorzo, il prof. Pompeo Volpe, autore del volume sul Cammino di Sant’Antonio e il Custode della Chiesa di Sant’Antonio di Gemona – hanno iniziato la sperimentazione formale del cammino che ddal 5/6 si snoderà per 187 chilometri e toccherà, con tappe di marcia di 25 chilometri di media, da Gemona a San Tommaso, a Sequals, a Montereale, a Polcenigo, a Conegliano, a Falzè di Piave, ad Asolo, a Camposampiero per concludersi a Padova nella Basilica, proprio nella Solennità del Santo, il 13 giugno. Quale il legame con Gemona? Come la Basilica padovana sorse sul sedime della antica chiesetta dedicata a Santa Maria Mater Domini, anche il Santuario di Gemona custodisce al suo interno il rudere della prima cappella dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, voluta proprio sant’Antonio che vi giunse intorno al 1227, secondo anche quanto riporta una antica iscrizione che attribuisce a frate Antonio la fondazione della chiesa. Una volta verificato il percorso e stabilite le tappe e le accoglienze per le soste dai tre Camminatori, anche questo Cammino andrà a popolarsi di pellegrini, devoti e di quanti cercano una occasione di fede e raccoglimento un passo dopo l’altro. Da segnalare che la Basilica davvero gremita nel pomeriggio del 5 giugno con tutti i posti a sedere occupati e molta gente in piedi durante la Santa Messa delle ore 18.00 con il pellegrinaggio della Diocesi di Adria Rovigo accompagnata dal Vescovo, Pierantonio Pavanello, che ha presieduto la liturgia con un diacono e 50 concelebranti. Il ptesule ha aperto il suo saluto evidenziando come la Tredicina sia «Momento di preghiera, di riflessione e occasione preziosa per cercare di capire il messaggio che ancora oggi Sant’Antonio ci porta per essere più cristiani, per vivere il Vangelo ed essere portatori della Buona Notizia, nel nostro tempo, alla gente che incontriamo». L’Omelia ha ripercorso l’anniversario che si celebra quest’anno – 800 anni dall’incontro di San Francesco con il Sultano d’Egitto – definito «uno dei più straordinari gesti di pace nella storia del dialogo tra Cristianesimo e Islam» e come anche Antonio abbia incontrato, sempre nel 1219, i cinque frati che lo convinsero ad abbandonare l’ordine agostiniano per farsi seguace di Francesco spinto dal desiderio di annunciare il Vangelo non con la forza delle armi, ma forte della fede in Gesù Cristo. «Incontrare le persone, creare relazioni anche con i nemici, condividere l’esperienza della fraternità. Un messaggio di attualità anche oggi, in un mondo che si chiude e in cui la paura dei cambiamenti ci fa vedere nemici in chi è diverso. Questi due santi ci richiamano a vivere la fraternità con ogni uomo.» in precedenza ha presieduto la Santa Messa Oscar Jaime Florencio, Ordinario militare delle Filippine, nominato dal Santo Padre nel marzo scorso. Prima aveva servito come Vescovo titolare di Lestrona, Ausiliare di Cebu, Filippine, e Amministratore Apostolico del suddetto Ordinariato Militare; il Vescovo Florencio, 53 anni, è nato a Capoocan, ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. La nomina vescovile il 4 settembre 2015, dopo la sua nomina a titolare di Lestrona e Ausiliate di Ceb; in serata in Basilica il pellegrinaggio della Diocesi di Chioggia, sempre molto partecipato. Il 6 giugno, alle ore 11 e’la volta del pellegrinaggio dei Centri Padovani di Assistenza ai disabili cui seguira’ wuello della Diocesi di Treviso. Dai frati antoniani si e’ apprso che nella giornata del 4 giugno, sono stati 3.033 i passaggi dinanzi alla Reliquie, con gruppi di pellegrini arrivati da Polonia, Portogallo, Spagna, Germania, Francia; Bielorussia, Stati Uniti, Colombia, Brasile, Corea e dall’Indonesia. (foto arch.).

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