La festa della Madonnna della Salute a Venezia del 21 novembre è una ricorrenza soprattutto religiosa, che si ripete da 4 secoli, ed è sempre molto partecipata ogni anno dai veneziani e da coloro che abitano nell’hinterland (la Venezia di terra), ma non mancano turisti in gran numero. I fedeli attraversano in pellegrinaggio e a piedi il ponte votivo, realizzato su barche tra le rive di Santa Maria del Giglio e San Gregorio e si recano, a migliaia, nella basilica, un vero capolavo architettonico, in stile barocco, iniziata nel Seicento dell’arch. Baldassarre Longhena e terminata nel 1687. L’afflusso alla basilica nel corso della giornata ha raggiunto quota 20 mila persone. Qui, i fedeli accendono un cero votivo come richieta di buona salute e assistono ad una delle tante messe che si celebrano all’altare centrale della “Mesopantissima” o a quelli laterali. Il tempio è stato eretto per volontà del Senato e del popolo come ex voto per la salvezza della città dalla peste. Al suo interno ci sono opere come la pala del Tiziano, dipinti del Tiopolo, e altri. Il pontificale è celebrato dal Patriarca di Venezia Francesco Moraglia. La festa è patronale: infatti è San Marco che cade il 25 aprile in coincidenza con la festa della Liberazione. Gli uffici pubblici e quelli di tanti enti vari sono chiusi, ma sono in attività i negozi che propongono ricordi turistici, e le attività alberghiere e di ristorazione. In occasione dell’apertura dei giorni scorsi del ponte votivo, il Patriarca Francesco Moraglia, conversando con i cronisti, ha detto di affidare “il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, alla Madonna, perchè di fronte al giudizio di Dio, siamo tutti poveri uomini”. Poi, il presule parlando dell’immigrazione ha sostenuto che “sta diventando difficile per tutti, soprattutto per i nostri fratelli, che arrivano qui non avendo un’altra chance. La situazione è impegnativa e grave e forse bisogna fermarsi, dopo le manifestazioni, per chiedere cosa c’è, cosa rimane, cosa possiamo fare di fronte a persone che bussano alla nostra porta. Come Italia, non abbiamo una soluzione importante da poter dare e dovremmo quindi dire tutti all’Europa che, in questo modo di fare, sta segnando la fine a quel sogno che la ha animata cinquant’anni fa”. La festa della Madonna è anche occasione, sul versante laico, per donare dolci ai bambini e per rinnovare un piatto tradizionale, la zuppa con carne di montone, la “castradina”, una usanza importata dalla Dalmazia già ai tempi della Serenissima e nota dal 1173.

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