Sono in numero crescente i giovani veronesi, veneti e italiani che si trasferiscono in Australia. L’arrivo di italiani in Australia supera da tre anni lo storico flusso migratorio degli inizi degli anni Cinquanta, con più di 24.000 nuove presenze suddivise in residenti temporanei, residenti permanenti e nuovi cittadini australiani. Un moderno fenomeno migratorio che ha raggiunto e superato il numero di italiani emigrati in Australia nel 1950-51. Michele Grigoletti originario di Verona e a Sydney dal 2004, con la sua equipe di ricerca “Australia Solo Andata”, ha recentemente presentato a Verona i risultati della ricerca, un volume a colori di 300 pagine con incluso il CD-ROM del video-reportage “88 giorni nelle farm australia. Lo riferisce il sito web “CittàdiVerona”. Questa pubblicazione – promossa da Fondazione Migrantes, Ente Pastorale della CEI – è il frutto di due anni di studio e di analisi: partendo dai dati statistici dell’ultimo decennio che illustrano i recenti flussi migratori dall’Italia all’Australia, Michele Grigoletti e Silvia Pianelli hanno approfondito la complessità dei fenomeni in atto e, attraverso le storie dei protagonisti, hanno portato alla luce i motivi, i pensieri, i sogni e le paure che caratterizzano i viaggi dall’altra parte del mondo, quando il biglietto è spesso di sola andata.
Il “viaggio” dei giovani italiani in Australia non è solo da intendersi in senso etimologico come spostamento da un luogo all’altro, ma diventa una vera e propria metafora che porta alla scoperta di se stessi, dei propri limiti e delle proprie capacità. Un viaggio alla scoperta di luoghi unici e magnifici che l’Australia offre e un “viaggio” alla scoperta del proprio valore personale che, per tante circostanze, il vivere in Italia aveva cancellato e offuscato. Il “viaggio” australiano è una prova che viene superata mettendocela tutta. Ed è anche un viaggio burocratico, un districarsi incessante all’interno della burocrazia australiana per la richiesta e l’ottenimento dei visti per cercare di raggiungere la meta della permanenza a tempo indefinito e della cittadinanza australiana. Quest’ultima, però, è solo una conclusione apparente perché nella realtà di questi viaggiatori essa apre a nuove possibilità. Il titolo è ispirato al numero di giorni necessari per l’ottenimento del secondo visto vacanza-lavoro. Finora 9.538 italiani hanno completato gli 88 giorni nelle “farm”, le fattorie australiane. Il documentario dà un volto e una voce alle migliaia di giovani italiani che lavorano, e hanno lavorato, la terra australiana, raccogliendone le storie e svelandone le Griffith, nel Nuovo Galles del Sud, durante la stagione della raccolta delle zucche (nella foto)e delle angurie, del riso e del cotone; e a Shepparton, Tatura e Murchison, nel Victoria, durante la stagione della raccolta delle mele, delle pere e dei pomodori. Queste zone sono accomunate tra loro dalla presenza di una storica comunità italiana, verità. Il video-reportage – allegato alla ricerca – è stato registrato nelle cittadine di stabilitasi negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Sulla base di centinaia di interviste raccolte, le testimonianze permettono di comprendere le reali intenzioni dei giovani italiani in Australia.In breve è possibile affermare che un giovane che lascia l’Italia perché non ha “nulla da perdere”, che durante gli 88 giorni in farm ha trovato “meritocrazia” e ha riscoperto la capacità di “credere ancora in se stesso”, sia incline a rimanere in Australia e a cercare ogni possibile via per prolungare la residenza. Il documentario (vedi trailer ufficiale https://vimeo.com/129090121) è stato premiato con il primo premio al FILEF Film Festival di Sydney, e selezionato nel 2016 ai primi Film Festival italiani quali: Pesaro Doc Festival, Capodarco l’Altro Festival (Premio l’Anello Debole), Procida Film Festival, Agrincorto. La ricerca e il video-reportage hanno voluto dare voce a un mondo giovanile ancora poco conosciuto. Giovani che hanno scoperto una grande duttilità al cambiamento, con una capacità di reinventarsi e una predisposizione alla trasformazione. Ragazzi maturi che, in Australia, stanno scoprendo la possibilità di sviluppare pienamente le loro capacità. Le interviste sono parte fondamentale e integrante di questo volume, perché i giovani che stanno vivendo l’esperienza migratoria hanno la necessità di raccontarla, di descriverla per aiutare amici e famigliari, e in generale gli italiani, a comprendere che partire comporta tanti sacrifici e compromessi, e per dir loro che, nonostante la propria scelta, hanno l’Italia nel cuore. Storie toccanti, simili, ma uniche. Sono le storie dei nuovi giovani italiani in Australia, di chi ancora non sa dire se in Australia ci rimarrà “tutta la vita”, forse perché sono tre parole che spaventano, ma di chi comunque sta camminando lentamente – più o meno consapevolmente – verso uno status di nuovo cittadino australiano. Michele Grigoletti: veronese di nascita, a Sydney dal 2004, oggi ha fondato un gruppo di ricerca dal nome significativo “Australia Solo Andata”, un’equipe che ha recentemente prodotto – per Fondazione Migrantes – la ricerca intitolata “Giovani Italiani in Australia. Un viaggio da temporaneo a permanente» sulla quale si basa il documentario rivelazione “88 giorni nelle farm australiane”, scritto e girato insieme a Silvia Pianelli e al regista veronese Matteo Maffesanti. Sempre più italiani cercano fortuna nelle farm australiane: 10 mila ce l’hanno fatta: raccolgono mele, angurie, arance, zucchine e broccoli con orari e ritmi massacranti per tre mesi di fila. Il loro sogno: costruirsi un futuro migliore. A 16 mila chilometri da casa. Sono sempre di più i giovani italiani che, delusi dalla mancanza di opportunità di lavoro nella Penisola o in cerca di un’esperienza di vita e di lavoro significativa, tentano la fortuna nelle farm australiane. Il fenomeno è raccontato e delineato, con dati e testimonianze, in “Giovani Italiani in Australia”, altro libro di Michele Grigoletti, Silvia Pianelli (giovane giornalista free lance bergamasca oggi in pianta stabile a Melbourne) e del regista Matteo Maffessanti – che include un impattante video reportage: “88 giorni nelle farm australiane”. Il titolo è ispirato al numero di giorni necessari per l’ottenimento del secondo visto vacanza-lavoro.

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