“Mantovani ha garantito qualità dei lavori e rispetto dei tempi. Ha dimostrato competenza, affidabilità e capacità di rispondere a tutte le richiesta avanzate da EXPO in corso d’opera”: così si è espresso pubblicamente Giuseppe Sala, commissario unico di EXPO. “Si è trattato per noi di un cantiere molto complesso per dimensioni, versatilità delle lavorazioni e compresenza di molti operatori sul sito – ha spiegato Carmine Damiano, presidente di Mantovani – credo che proprio per questo abbiamo potuto esprimere tutte le potenzialità e le professionalità della nostra impresa, dimostrando di contribuire in modo determinate al successo in quella che il premier Renzi ha definito una scommessa vinta». Dalle radici dell’albero della vita, ai giochi d’acqua del Lake Arena, passando per i 12.500 posti dell’Open Air Theatre, fino agli oltre 700 chilometri di cavi elettrici. Sono solo alcune delle attività realizzate da Mantovani nell’ambito del cantiere EXPO Milano 2015 dove si è occupata della costruzione della cosiddetta “piastra espositiva”, la principale infrastruttura propedeutica alla costruzione dei padiglioni e di tutte le altre strutture. I numeri sono quelli di un impegno colossale da parte dell’azienda veneta che ha garantito l’ultimazione dei lavori nei tempi e assicurando i più elevati standard qualitativi. Mantovani ha lavorato su un cantiere che si estende su un milione e duecentomila metri quadrati. I lavori sono iniziati verso la fine del 2012 e considerando il periodo di attività Mantovani ha collezionato oltre due milioni di ore di lavoro che equivalgono complessivamente a 236 anni. Due sono le infrastrutture simbolo di questa immensa piastra che rappresenta il presupposto e la principale opera di EXPO 2015, opera senza la quale non sarebbe stato possibile realizzare l’evento e costruire i padiglioni: il Lake Arena, al centro del quale sorge l’albero della vita, che con i suoi giochi d’acqua copre una superficie di 6.400 metri quadrati ed è la fontana più grande d’Europa con un diametro di 90 metri. Mantovani ha realizzato anche tutti i bacini d’acqua e i canali dell’area di EXPO: complessivamente 6 chilometri di vie d’acqua interne. L’altra infrastruttura è l’Open Air Theatre, 10.300 metri quadrati di superficie e una capienza di 12.500 persone. Tra le costruzioni ci sono anche i tre Theme Corporate Pavillion per un totale di 7.400 metri quadri di superficie: sono veri e propri padiglioni che ospiteranno varie realtà presenti in EXPO al di fuori della cerchia delle Nazioni che espongono. A questi si aggiunge la costruzione del Padiglione Brasile che con i suoi 4.133 metri quadrati di superficie è uno dei più grandi dell’intera esposizione mondiale. Ci sono almeno altre due opere che testimoniano la complessità e versatilità degli interventi realizzati da Mantovani: l’installazione di oltre 114.000 metri quadrati di tende, che rappresentano la superficie coperta da tensostrutture con membrane in pvc più grande al mondo, pari alla superficie di 21 campi da calcio regolamentari. Coprono il Cardo e il Decumano, le due vie lungo le quali sorgono i padiglioni. Per il settore verde Mantovani e i suoi partner hanno messo a dimora anche 6.450 alberi ad alto fusto e oltre 291mila arbusti e piantine. Quanto ai dati tecnici più strettamente legati alle costruzioni, sono stati posati più di 12 milioni di chili di acciaio di armatura per cemento armato. Mantovani ha asfaltato e colorato 172 mila metri quadrati di superficie e fornito ed installato circa 5,5 milioni di chili di carpenterie metalliche. Complessivamente sono stati forniti e posati più di 155 mila metri cubi di calcestruzzo ed ancora forniti e posati 710 chilometri di cavi elettrici e realizzati 14mila pozzetti dai quali accedere a tubazioni e cavidotti. Per realizzare l’intera infrastruttura Mantovani ha realizzato 9 mila pali di fondazione, 30 chilometri di cunette e cordonate stradali, 12 chilometri di recinzioni perimetrali e posato 775 chilometri di tubature idrauliche e tecnologiche. Imponente la quantità di terra movimentata: si tratta di oltre 2 milioni 700 mila metri cubi di terra. Per fare un paragone che permetta di dare una dimensione a questi numeri, il volume della terra movimentata equivale a quella che sarebbe stata necessaria per riempire sei volte il Duomo di Milano, tre il Colosseo e addirittura 170 volte il palazzo Ducale di Venezia. A tutto l’impegno della Mantovani hanno concorso 800 unità lavorative.