Tra i principali mercati destinatari dell’agrifood italiano c’e’la Germania. Per questo il via libera all’etichetta nutriscore in Germania preoccupa anche l’agroalimentare Veneto – spiega Coldiretti – che realizza un valore dell’export pari a 7,10 miliardi. Salgono a sei i Paesi dell’Unione che hanno annunciato o già applicato questo sistema (Francia, Belgio, Germania, Spagna, Paesi Bassi, e Lussemburgo) ma iniziative di aziende private sono in essere anche in Portogallo, Austria e Slovenia. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che, scaduto senza opposizione l’11 settembre in temine previsto dalla normativa europea, la Germania può rendere applicativa la norma elaborata a livello nazionale. La decisione della Germania – sottolinea la Coldiretti – ha un peso rilevante sia perché si tratta di un Paese che ha un ruolo di leadership nel guidare l’evoluzione delle politiche comunitarie sia perché è il principale Paese di sbocco delle esportazioni di Made in Italy che rischiano di essere ingiustamente penalizzate da un sistema di etichettatura fuorviante. A rischio ci sono 7,2 miliardi delle esportazioni agroalimentari Made in Italy nel Paese tra i quali si contano una rilevante presenza di prodotti, dai formaggi all’olio fino ai salumi ingiustamente penalizzati dal nuovo sistema. L’ etichettatura nutriscore, come quello a semaforo adottato in Gran Bretagna influenzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari. Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto e – sostiene la Coldiretti – finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia – precisa la Coldiretti – di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate. Un modello che, sotto la spinta delle multinazionali, boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che la stessa Unione Europea dovrebbe invece tutelare e valorizzare.
Non è un caso che contro questo modello sotto la spinta della Coldiretti si sono schierati gli agricoltori europei e le loro cooperative riunite nel Copa e Cogeca che è impegnata per creare un fronte di paesi contrari all’obbligo Ue di etichette come il nutriscore francese, in vista della proposta della Commissione Europea sul tema prevista nel 2022, dopo che nel 2021 sarà condotto uno studio di impatto, nell’ambito della Strategia Farm to Fork. Alla testa di questo gruppo – evidenzia la Coldiretti – c’è proprio l’Italia che ha avuto il via libera dell’UE al proprio sistema di etichettatura nutrizionale FOP (Batteria) lo scorso 28 luglio.
(ph arch.).
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