Sui 110 mila chilometri di sentieri percorribili a piedi in tutto il Paese arriva l’impulso del Club alpino italiano (Cai) e dell’Anci, che hanno firmato un protocollo d’intesa per migliorare l’offerta di turismo ed escursionismo ecosostenibile. Il progetto riguarderà anche le zone alpine di Veneto e Friuli Venezia Giulia. L’accordo, sottoscritto dal segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra e dal Presidente generale del Cai Vincenzo Torti, ha durata triennale e rappresenta in parte il secondo step di un ulteriore protocollo sottoscritto tra Cai e Mibact nel novembre 2015, a fronte del quale la firma di Anci e Cai sarà finalizzata anche alla manutenzione della rete sentieristica e dei rifugi. Nel concetto di sentiero, d’altronde, ricadono non solo quelli montani, ma anche le antiche vie che sono state riscoperte e rese nuovamente percorribili negli ultimi decenni, come i “cammini storici” oppure i “cammini religiosi” (via Francigena, via Lauretana, via Romea, Cammino delle abbazie, via Matildica del Volto Santo ecc…). L’accordo nasce anche a fronte del dato di fatto per cui, mentre il Cai rappresenta il principale soggetto di riferimento in tema di sentieristica, è lo stesso Club alpino a segnalare nei suoi manuali che per gli interventi più impegnativi di manutenzione dei sentieri “è necessaria la collaborazione con l’ente territoriale” di riferimento, tanto che già dal 2009 il Cai ha predisposto una bozza di modello di convenzione generale per la manutenzione della rete sentieristica, arrivando ad auspicare un “Piano regolatore comunale della sentieristica e della viabilità minore”. Il protocollo rafforza l’apporto delle strutture territoriali del Cai agli enti locali per l’impostazione e la gestione di progetti di valorizzazione della rete sentieristica e della sua percorrenza, dei “cammini storici” e dei “cammini religiosi”. Il Cai riconosce in Anci l’interlocutore attraverso il quale potrà essere potenziata la collaborazione tra i Comuni e le Sezioni locali dell’associazione, per la cura della rete sentieristica da parte delle amministrazioni locali, anche in chiave di fattore sostenibile di sviluppo. Sui 110 mila chilometri di sentieri percorribili a piedi in tutto il Paese arriva l’impulso del Club alpino italiano (Cai) e dell’Anci, che hanno firmato un protocollo d’intesa per migliorare l’offerta di turismo ed escursionismo ecosostenibile. L’accordo ha durata triennale e rappresenta in parte il secondo step di un ulteriore protocollo sottoscritto tra Cai e Mibact nel novembre 2015, a fronte del quale la firma di Anci e Cai sarà finalizzata anche alla manutenzione della rete sentieristica e dei rifugi. Nel concetto di sentiero, d’altronde, ricadono non solo quelli montani, ma anche le antiche vie che sono state riscoperte e rese nuovamente percorribili negli ultimi decenni, come i “cammini storici” oppure i “cammini religiosi” (via Francigena, via Lauretana, via Romea, Cammino delle abbazie, ecc…). L’accordo nasce anche a fronte del dato di fatto per cui, mentre il Cai rappresenta il principale soggetto di riferimento in tema di sentieristica, è lo stesso Club alpino a segnalare nei suoi manuali che per gli interventi più impegnativi di manutenzione dei sentieri “è necessaria la collaborazione con l’ente territoriale” di riferimento, tanto che già dal 2009 il Cai ha predisposto una bozza di modello di convenzione generale per la manutenzione della rete sentieristica, arrivando ad auspicare un “Piano regolatore comunale della sentieristica e della viabilità minore”. Il protocollo rafforza l’apporto delle strutture territoriali del Cai agli enti locali per l’impostazione e la gestione di progetti di valorizzazione della rete sentieristica e della sua percorrenza, dei “cammini storici” e dei “cammini religiosi”. Il Cai riconosce in Anci l’interlocutore attraverso il quale potrà essere potenziata la collaborazione tra i Comuni e le sezioni locali dell’associazione, per la cura della rete sentieristica da parte delle amministrazioni locali, anche in chiave di fattore sostenibile di sviluppo. (odm)