Il referendum sull’autonomia in Veneto si è concluso con il superamento dequorum del 50 per cento più uno, e con una affluenza vicino al 60 per cento dei votanti. Il mandato conferito alla Regione è di chiedere al Governo ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. A distanza di 24 ore dallo spoglio delle schede, il presidente della Regione Luca Zaia ha presieduto a palazzo Balbi una giunta straordinaria con tre punti all’ordine del giorno (foto). “Le tre delibere sono – ha spiegato Zaia, al termine della riunione – una proposta di legge statale da trasmettere al Parlamento che prevede due letture in giunta, una oggi e una seconda lettura dopo un confronto con gli stakeholders del territorio; la costituzione di una ‘Consulta per l’autonomia del Veneto’ che chiamerà tutti ad esprimere pareri e nel giro di 15 giorni arriverà ad una seconda lettura con tutte le eventuali osservazioni ed emendamenti; un disegno di legge per l’autonomia speciale che completa le richieste d’autonomia”. Zaia ha precisato inoltre: “sia chiaro che la nostra non è una dichiarazione di guerra a nessuno. Anzi, è l’offerta di un cammino completamente rispettoso della Costituzione per fare dal basso quelle riforme in senso autonomista e federale che dall’alto non sono riusciti a realizzare, indicate a chiare lettere anche dai padri costituenti all’articolo 5 della Carta. Da oggi il Veneto non sarà mai più come prima, ma il Veneto offre anche all’Italia un laboratorio serio e rispettoso della Costituzione per riforme seriamente autonomiste e federaliste. Si tratta infatti di una via che potrà percorrere ogni Regione che abbia la forza e la capacità di una forte assunzione di responsabilità, sia nei confronti dello Stato che dei cittadini amministrati sui territori, a condizione che si abbia il coraggio di incidere su quegli sprechi che valgono non meno di 30 miliardi di euro l’anno, pari a un terzo degli interessi che il Paese paga ogni anni per il suo debito pubblico”.