La valutazione dei danni causati dall’eccezionale ondata di maltempo in Veneto (che ha martoriato il territorio, peggio del 1966) è in corso, ma già ci sono indicatori raccolti dalla Regione: secondo il presidente Luca Zaia il conto è molto alto, si parla di centinaia di milioni, comunque oltre il miliardo. Le province più penalizzate sono quelle di Belluno e di Treviso (nella foto del Corriere delle Alpi danni a strade a Cortina). Per Venezia danni rilevanti alla basilica di San Marco; qui, da valutare c’è l’impatto alla pavimentazione degli antichi mosaici causati dall’acqua salata (che ha raggiunto il metro e 56 cent.). Tornerà a novembre l’acqua alta: la marea non rispetta gli orari astronomici, a causa dell’importanza del contributo di sessa. Solo nei prossimi giorni si potranno conoscere risultati più concreti per tutto il Veneto. “A memoria d’uomo agricoltori e allevatori del Bellunese non ricordano un evento di simile intensità e devastazione. Alla sede regionale di Avepa e alla direzione regionale del settore Primario di via Torino, a Mestre, stanno arrivando le prime segnalazioni per iniziare la conta dei danni”. L’assessore regionale all’agricoltura, Giuseppe Pan, insieme al direttore di Avepa, Fabrizio Stella, ha avviato le procedure per una prima ricognizione dei danni subiti da agricoltura, allevamento e pesca a causa di piogge, frane, esondazioni, mareggiate e acqua alta, interruzione del servizio elettrico e crollo di strade e infrastrutture. Avepa è già presente sul Feltrino con i propri tecnici per monitorare l’evolversi della situazione e fare una prima ricognizione dei danni. “Per la stima complessiva dei danni – secondo l’assessore Pan – bisognerà attendere la fine dell’emergenza che purtroppo non si è ancora conclusa, considerando che le previsioni parlano di altra pioggia nei prossimi giorni. Intanto, sono partiti i primi sopralluoghi dei tecnici regionali e di Avepa in base alle segnalazioni dei Comuni e delle associazioni di categoria con l’obiettivo di quantificare e documentare l’entità dei danni. La “macchina” di Avepa è già rodata per circostanze di questo tipo e risponderà in maniera come sempre tempestiva alle richieste del territorio. Siamo in contatto con le associazioni di categoria Cia, Coldiretti, Confagricoltura, e abbiamo attivato la rete dei tecnici forestali regionali che hanno affiancato le squadre della Protezione civile durante l’emergenza – prosegue Pan – Al momento attuale le aree più danneggiate risultano essere la provincia di Belluno, l’Altopiano di Asiago, il massiccio del Grappa e le aree del Veneto Orientale attraversate dal Piave e del Tagliamento”. Per quanto riguarda le colture le più colpite sono la soia e la semina del frumento. Quanto alla pesca professione, i danni derivano dallo stop imposto ai pescherecci dai forti venti e dalle mareggiate, ma si temono perdite sensibili anche per la mitilicoltura: parecchi impianti off shore risultano compromessi, se non annientati, dalla violenza del mare. Divelte anche molte cavane nelle zone di Scardovari e Pila.
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