Il branco di lupi della Lessinia (Verona) si sarebbe riprodotto e cresciuto anche nel corso del 2017. E’ presente un ulteriore branco sull’altipiano di Asiago in provincia di Vicenza (con sporadici sconfinamenti sul settore trentino dell’altipiano stesso). E’ stata confermata la presenza di una coppia in alta val di Non, di un’ulteriore coppia nell’alta val di Fassa e nella confinante val Badia e di una terza nella zona di Folgaria. Sporadiche segnalazioni di singoli animali sono pure state registrate in qualche altra parte del territorio provinciale, ma non è possibile al momento sapere se si tratti di animali diversi ed eventualmente di quali. In generale va ricordato peraltro come il monitoraggio del lupo si basa essenzialmente sul numero di branchi (o gruppi famigliari) e di coppie, mentre la presenza di animali singoli, spesso in dispersione, ha un rilievo assai limitato. Per quanto concerne i primi due parametri (numero di branchi e di coppie) l’Amministrazione provinciale di Trento dispone di un quadro completo grazie ad un monitoraggio attento e costante, nonchè alla stretta collaborazione con le realtà territoriali confinanti. La prevenzione dei danni da lupo, in tutta Europa, si basa su tre cardini: la presenza del pastore, le recinzioni elettriche dove custodire il bestiame la notte e la presenza di cani da guardiania. Su questi principi ha puntato e punta, coerentemente con le migliori direttive tecniche disponibili in materia, anche l’Amministrazione provinciale di Trento, che agevola la presenza dei pastori fornendo per esempio strutture di supporto laddove le malghe non esistono e fornisce in comodato gratuito o con finanziamenti fino al 90% le recinzioni elettriche ed i cani da guardiania. Dal 2014, da quando sono state messe in campo le prime opere di prevenzione specifiche per il lupo, ad oggi sono stati forniti dalla Provincia di Trento un totale 18 recinti elettrici con un investimento pari ad euro 15.800. Sono inoltre 15 i cani da guardiania che hanno cominciato ad operare in difesa delle greggi. Va ricordata la possibilità di chiedere all’Amministrazione provinciale supporto per l’acquisto di tali opere di prevenzione. E’ stata inoltre avviata una campagna di informazione che si articola in serate pubbliche dove si parla del ritorno del lupo, a cominciare dalle aree dove esso è presente ed è stato elaborato e distribuito del materiale informativo disponibile sul sito orso.provincia.tn.it. Intanto, è stato reso noto che fra il 15 e il 17 settembre, il personale del Settore Grandi carnivori della Provincia si recherà a questo scopo in Svizzera, ed è interessante ricordare che lo farà assieme a colleghi dell’Ufficio Caccia e Pesca di Bolzano, che hanno chiesto di partecipare proprio per poter avviare uno scambio di esperienze in proposito. Nel Cantone dei Grigioni si parlerà con gli allevatori svizzeri, si vedranno i loro sistemi per la prevenzione dei danni realizzati con il supporto di tecnici svizzeri esperti sia nel settore dei grandi carnivori che in quello dell’allevamento. Parteciperanno anche una delegazione dall’Austria ed una dalla Germania. Da registare inoltre che l’assessore provinciale di Trento Michele Dallapiccola ha fatto il punto della situazione rispetto a quanto i Trentino sta facendo sul tema lupo. La gestione ed il controllo della specie sono perseguiti ad un duplice livello, istituzionale e tecnico. A livello istituzionale vi è un forte impegno, in capo al presidente Ugo Rossi, sia nei confronti di Bruxelles ed in particolare con il Commissario all’ambiente Karmenu Vella sia nei confronti del ministro Galletti, per ottenere la possibilità di applicare direttamente quanto la normativa europea stabilisce sulla possibilità di derogare al regime di protezione del lupo, procedendo, eventualmente, ad abbattimenti selettivi. A livello tecnico, invece, attraverso le strutture dell’assessorato provinciale, sono state da tempo messe in campo tutte le azioni necessarie per ridurre al minimo i conflitti. “Capiamo che per gli allevatori si tratti di modificare certe abitudini di conduzione del bestiame in alpeggio e dunque non solo motivo di disagio, ma anche spese supplementari o peggiore utilizzo del pascolo – ha spiegato Dallapiccola – ma la Provincia, come ha sempre fatto, è pronta a dare il proprio sostegno, senza dimenticare, anche se questo non mitiga certo i disagi, che i danni vengono rimborsati al 100% e insieme ai rimborsi vi sono ulteriori azioni che la Provincia compie”.