Terna, con lo smantellamento avviato a Campolongo Tapogliano, ha dato inizio, alla presenza della presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e dell’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris (foto), alle attività di demolizione di 110 km di vecchie linee elettriche correlate alla realizzazione del nuovo elettrodotto “Udine Ovest – Redipuglia”. Il traliccio di Campolongo è il primo dei circa 400 che complessivamente saranno dismessi in 30 comuni della Bassa friulana, demolendo linee ancora in funzione che risalgono agli anni Cinquanta e che ora saranno sostituite dalla nuova infrastruttura. Si è iniziato coi 20 km della linea 220 kV “Udine Nord Est – Redipuglia” compresi tra la stazione elettrica di Redipuglia e la derivazione Safau, nel Comune di Pavia di Udine; successivamente sarà dismessa anche la linea a 132 kV “Istrago – Meduna”, per un totale di circa 70 km di dismissioni realizzati entro i primi 6 mesi del 2018. I restanti 40 km circa di smantellamenti saranno conclusi a seguito del rilascio delle autorizzazioni. “Si tratta – ha commentato la presidente Serracchiani – di un’opera importante per il Friuli Venezia Giulia, il cui progetto, avviato dalle precedenti amministrazioni regionali, risale al 2006. Stante il tracciato esistente, in questa legislatura la Regione si è concentrata sul processo di dismissione delle reti obsolete, sull’alleggerimento dell’impatto e sulle nuove compensazioni. A fronte di 40 chilometri di nuova rete ne saranno dismessi 110, liberando dalla servitù di elettrodotto 367 ettari, cioè una superfice pari a 524 campi da calcio. Di questi, 30 ettari si trovano in aree protette di rilevanza ambientale e saranno restituiti al territorio, migliorando la qualità dell’ambiente e del paesaggio della nostra regione”. Per i 40 km di nuova linea a 380 kV verranno dismessi 110 km di vecchie linee; per 115 sostegni monostelo collocati saranno rimossi 400 tralicci; sono 13 i comuni attraversati dalla nuova linea, mentre saranno 30 quelli interessati dalle dismissioni; il 98% del tracciato della nuova linea è in aree agricole e sono ben 680 gli edifici oggi collocati a 100 metri dalle linee che saranno demolite. L’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, ha ricordato che l’intervento complessivo realizzato con un investimento di 110 milioni di euro, porterà a una maggiore sicurezza e stabilità degli approvvigionamenti elettrici per le famiglie e le imprese della regione. “La razionalizzazione delle vecchie linee è possibile grazie all’entrata in esercizio del nuovo elettrodotto avvenuta il primo ottobre: un’opera indispensabile per risolvere i problemi di sicurezza della rete elettrica friulana, le cui uniche 2 linee a 380 kV risalivano agli anni Settanta e Ottanta, mentre i consumi elettrici delle famiglie e delle imprese del FVG sono nel frattempo più che raddoppiati”, ha affermato Ferraris. Si eviterà che 12.000 tonnellate di emissioni di CO2 l’anno siano disperse nell’atmosfera grazie all’intervento che consente migliore distribuzione con le reti presenti, in particolare le fonti di energia rinnovabile. Non da ultimo, saranno 1.800 le tonnellate di materiali recuperati, acciaio per lo più, e riciclati con le dismissioni. “Pur consapevoli che si tratta di un’opera invasiva, il bilancio dei benefici rispetto all’impatto ambientale è evidente”, ha commentato Serracchiani. Anche per il tessuto produttivo si tratta di un’opera attesa. Alcune linee erano infatti già sature. “Per l’ABS, ad esempio, una delle aziende più importanti del territorio e che ha una produzione molto energivora, si tratta di un’opera essenziale”, ha evidenziato Serracchiani.