Dall’università di Padova al Tour de France il passo sembra più breve di quello che si possa pensare. La strada l’ha già percorsa Laura Martinelli, laureatasi nel 2009 in dietistica, presso l’allora Facoltà di Medicina e Chirurgia di Padova ed ora nutrizionista della formazione ciclistica Bahrain Merida.
“Mi sono laureata a Padova nel 2009 e poi ho conseguito un Master of Science in Sport&Exercise Nutrition, a Leeds – ha dichiarato Martinelli -. Ho iniziato a lavorare nel ciclismo grazie alla IAM Cycling, una formazione svizzera che poi ha chiuso. Ho iniziato nel 2013 e poi da fine del 2017 lavoro con la Bahrain Merida”. Antonio Massariolo ha scritto un testo sul Bo Live, il giornale web dell’ateneo,notizia divulgata anche dai microfoni di Radio Bue (photo di Unpd) Una formazione non di secondo livello che tra le sue fila annovera anche la punta di diamante del ciclismo italiano: Vincenzo Nibali. Il siciliano è uno dei pochi corridori della storia del ciclismo ad aver vinto le tre più grandi corse a tappe, cioè il Giro d’Italia, il Tour de France e la Vuelta di Spagna (come lui solo i francesi Jaques Anquetil e Bernard Hinault, l’italiano Felice Gimondi, il corridore più vincente di tutti i tempi Eddy Merckx, lo spagnolo Alberto Contador e il britannico Chris Froome). “In una tappa non troppo difficile il consumo calorico di un ciclista si può aggirare sulle due/tremila calorie. Il lavoro del nutrizionista inizia già dai primi mesi dell’anno con la preparazione atletica dopo un breve periodo di pausa invernale, ma diventa più difficoltoso proprio durante le tre settimane di gara. Prendendo ad esempio il Tour de France che si sta correndo in questi giorni, i ciclisti passano dalle 4 alle 6 ore in sella, mentre una volta scesi devono destreggiarsi tra massaggi, interviste e spostamenti. I momenti in cui mangiare sono quindi ridotti ed il cibo è la benzina fondamentale che permette alla macchina quasi perfetta del ciclista di pedalare per 200km per tre settimane di fila.
Ma qual è il dispendio calorico di un atleta impegnato in una competizione così logorante come il Tour de France? “Spesso si leggono numeri elevatissimi come consumo calorico, ma la realtà è diversa dalle 10/12 mila calorie al giorno – ha dichiarato Laura Martinelli -. Più è elevato lo stato di forma del ciclista, minore sarà il consumo calorico. Parlando di numeri, in una tappa non troppo difficile il consumo calorico, che naturalmente varia in base alle caratteristiche fisiche del corridore, si può aggirare sulle due/tremila calorie, in un tappone dolomitico invece le calorie consumate possono essere di circa 5 mila”. Un corridore quindi passa dalle 4 alle 6 ore al giorno in sella e per integrare il suo fabbisogno calorico giornaliero bisogna sfruttare la colazione, il pasto subito finita la gara ed infine la cena, somministrando diversi carboidrati ma anche proteine. Il nutrizionista inoltre dev’essere anche un abile psicologo cercando d’andare incontro alle esigenze di ogni atleta. “Ci sono atleti come Domenico Pozzovivo, che è un ragazzo che sa bene quello che vuole, con cui si lavora estremamente bene – ha continuato la nutrizionista laureatasi all’università di Padova -. Nel suo caso per il Tour de France ci siamo seduti a tavolino prima della partenza ed abbiamo deciso cosa fare. Lui permette di progettare bene tutto il Tour e non ci sono problemi a soddisfare le sue richieste avendo anche a disposizione un cuoco. Tra i corridori, che in una squadra sono 28 e di nazionalità diversa, ci sono culture e tradizioni culinarie diverse. Durante una corsa a tappe, in cui i corridori sono 8, io sono del parere che la testa influenzi molto la performance, quindi per me un’eccezione o uno sgarro può anche aiutare il corridore a stare più in regola nel giorni successivi, ma dipende sempre dal modus operandi che ogni professionista abbraccia”. Il leader della formazione seguita da Laura Martinelli è Vincenzo Nibali. Il 33enne siciliano è oramai un corridore esperto che conosce alla perfezione il suo fisico. Sulle gambe infatti ha 13 anni di professionismo e dieci podi nelle grandi corse a tappe (Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta di Spagna). Come dichiarato dalla stessa nutrizionista, seguire un corridore di questo calibro a volte è più semplice perché ha già una base di conoscenze che gli permettono di non sgarrare. “Vincenzo è un ragazzo molto semplice e alla mano – ha concluso Martinelli – ed adora i piatti semplici. Non gradisce la cucina troppo elaborata e, da buon italiano, il suo piatto preferito, dopo corsa, è la pasta con mozzarelline e pomodorini”.

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