La montagna di sprechi e di inefficienze che si annidano nella Pubblica amministrazione continua ad aumentare e, secondo l’ultima stima elaborata dall’Ufficio studi della Cgia (ass.artigiani e piccoe imprese di Mestre), sfiora ormai i 29 miliardi di euro l’anno. Tra quelli presenti nel trasporto pubblico locale, nella sanità, nelle misure economiche a sostegno delle persone meno abbienti e nella quota di spesa pubblica indebita denunciata dalla Guardia di Finanza, le uscite che l’Amministrazione pubblica italiana potrebbe risparmiare, consentendoci un taglio delle imposte di pari importo, hanno raggiunto una soglia molto preoccupante. Si sottolinea che l’analisi della Cgia si sostanzia in una elencazione di inefficienze con i relativi effetti economici; questi dati sono estrapolati da studi e analisi realizzate da istituti autorevolissimi che ci permettono di comprendere come la nostra macchina pubblica presenti, in alcuni ambiti, delle “distorsioni” ingiustificabili. “Nella legge di Bilancio del 2018 – ha dichiarato il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – la gran parte dei 2,9 miliardi di euro di spending review si concentrerà sulla riprogrammazione di alcuni trasferimenti alle Ferrovie dello Stato e sul depotenziamento del fondo per le esigenze indifferibili. Insomma, ancora una volta si interverrà riducendo soprattutto i servizi ai cittadini, senza intaccare seriamente la spesa pubblica improduttiva”.