Sull’isola veneziana della Certosa, si è svolto (14-16 maggio) “Chi guarda cosa? “, workshop condotto da S.O.B., Stefano Ogliari Badessi, quarto e ultimo appuntamento del progetto SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente, ideato dalla Collezione Peggy Guggenheim insieme a Swatch Art Peace Hotel per dare la possibilità ai giovani della Generazione Z, dai 16 ai 25 anni, di dialogare, anche se a distanza, con artisti nazionali e internazionali, conoscere e condividere la loro pratica artistica. Prendendo spunto dalla riflessione sulle soluzioni che devono essere trovate rispetto alle tante problematiche che la quotidianità ci pone davanti, tutti i laboratori del ciclo hanno rappresentato uno strumento per superare i limiti dell’attualità contingente trovando nel dialogo con gli artisti e il confronto con la loro pratica artistica gli strumenti per costruire nuove visioni e processi utili ad affrontare le sfide che ci attendono. Due enormi occhi galleggianti, ideale anima della città di Venezia, frutto del laboratorio che ha visto protagonista l’artista cremasco insieme a 20 giovani, che hanno partecipato in parte in presenza e in parte da remoto al progetto, hanno poi solcato la laguna nord, trainati da imbarcazioni dotate di un motore elettrico, nel rispetto della bellezza e della fragilità della laguna. L’installazione è stata realizzata con materiali di recupero e riciclabili, quali legno, stoffe e plastiche. “Per Swatch Art Peace Hotel è un grande onore e un immenso piacere aver preso parte a questo progetto”, sostiene Carlo Giordanetti, CEO Swatch Art Peace Hotel. “Questa ultima, ideale tappa che ha portato tanti giovani sull’isola della Certosa, ha chiuso il ciclo SuperaMenti nel migliore dei modi e credo che aver avuto accanto a noi l’energia di tanti giovani creativi e quattro differenti artisti, ci abbia dato la forza di superare momenti come questi, pieni di sfide”. “Siamo felici di aver collaborato con Swatch Art Peace Hotel in questo ciclo di workshop, ideato durante il periodo della pandemia, dunque durante un tempo assolutamente complesso”, fa eco la direttrice Karole P. B. Vail. “Questo laboratorio, nello specifico, ci ha legati a doppio filo al nostro compagno di progetto, Swatch Art Peace Hotel, poiché ha trattato l’elemento acquatico, che caratterizza sia Venezia che Shangai, città in cui Swatch ha appunto la sua residenza d’artista. Mi auguro di cuore che SuperaMenti possa essere stato per i ragazzi che hanno partecipato uno stimolo per continuare a superare i limiti della loro creatività e proseguire nella scoperta della pratica artistica come modello di approccio al nuovo presente che abbiamo davanti a noi”.Il workshop di S.O.B. ha chiuso il progetto dedicato alla Generazione Z che ha visto la partecipazione, dallo scorso ottobre, di Jan Vormann, con il laboratorio “Catelli di vetro”, Alice Pasquini, con “Oltre il muro: arte e contesto”, e Cecilia Jansson, con “Esplorare la distanza”.( ph Matteo De
Fina).

Lascia un commento