Sessanta spettacoli in nove giorni di programmazione (prosa, musica, danza e marionette): è l’ossatura cultural-artistica di Mittelfest di Cividale del Friuli (Udine). “Il colore dell’acqua”, di acque che rappresentano nuove vie di comunicazione – inizio di una trilogia che nel biennio 2016-17 esplorerà anche quelle di terra e del cielo, “veicoli” di incontri e dialogo – e al contempo risorsa vitale in pericolo, ammiccando, in chiave culturale, ai temi cari dell’Expo 2015 sul cibo. Colori dell’acqua titolo-guida della 24/ma edizione di Mittelfest 2015, un festival culturale dalla dimensione unica nel panorama culturale regionale, “sogno che si rinnova guardando all’Europa e oltre” ma anche “scommessa”, intuizione originale, atto d’amore per il territorio, opportunità economica, come è stato osservato nel corso della cerimonia d’inaugurazione al teatro di Ristori della città longobarda. Ed a questo Mittelfest la Regione, ha confermato l’assessore alla cultura del Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti, assicura “tranquillità e certezze”, pur in un momento economico complesso. “Siamo convinti in un futuro ricco di soddisfazioni per il nostro Mittelfest”, ha ribadito l’assessore. Una manifestazione nata nel 1991 “con e grazie” alla caduta delle barriere in Europa della fine degli anni ’80, come ha annotato il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, e che continua a proiettarsi nell’Europa, un’Europa che deve proseguire nel suo percorso di incontro e dialogo di culture, e di cui il Friuli Venezia Giulia può rappresentare un microcosmo, come ha indicato il presidente ddell’Associazione Mittelfest Federico Rossi. In questo suo percorso di alto valore artistico, a Mittelfest -“idea geniale, felice intuizione” – sia Fondazione Crup che Banca popolare di Cividale continueranno ad offrire supporto, hanno evidenziato i due presidenti, Lionello D’Agostini e Michela Del Piero; interventi anche del sindaco Stefano Balloch e del direttore artistico del festival, Franco Calabretto. Ogni 4 anni gli italiani prosciugano un bacino idrico grande come il lago Trasimeno per irrigare frutta, verdura e ortaggi che non raggiungeranno gli stomaci dei cittadini. Intanto lo spreco alimentare domestico, ovvero il cibo ancora buono che finisce direttamente nei rifiuti, vale oltre 8 miliardi di euro, circa mezzo punto di PIL (fonte: Osservatorio Waste Watcher) e l’ISTAT conta ormai più di 10 milioni di italiani che vivono e si alimentano in condizioni di povertà. Lo spreco è intorno a noi, dai campi e dalla terra ai luoghi di commercializzazione del cibo e dell’acqua, ed è anche e soprattutto nelle nostre case. Da sei anni, attraverso conversazioni sceniche aggiornate, ce lo ricordano due veri wastebusters, l’agroeconomista Andrea Segrè e il conduttore di Caterpillar – Radio2 Massimo Cirri. Di “Acqua, cibo e altri sprechi”, nell’anno dell’Expo milanese, converseranno sul palcoscenico di Mittelfest 2015 in un dialogo scandito dalla geniale matita di Altan, che dal 2010 illustra anche la campagna europea di sensibilizzazione nata dall’incontro fra Segrè e Cirri, “Un anno contro lo spreco”. “Wastebusers”, tappa 2015 della campagna, è una produzione nata dal festival Lagunamovies di Grado e allestita in collaborazione con Mittelfest 2015. Nel corso della conversazione scenica saranno illustrati i dati inediti sullo spreco idrico in Italia, a cura dell’Osservatorio Waste Watcher sullo spreco (Lmm/Swg). Per esempio, lo sapevate che ogni italiano spreca circa 3,3 kg di verdure all’anno? Anche il pane e la frutta vengono sprecati di frequente, con valori di 2,2 e 2,5 kg annui. L’Osservatorio Waste Watcher (elaborazione 2015, su dati 2014) ha calcolato che l’impronta idrica dello spreco in Italia ammonta a 24927 litri all’anno per ogni cittadino. Ciò equivale a dire che dietro a 13,7 kg pro-capite di spreco alimentare annuo si nascondono “virtualmente” circa 25 m3 di acqua, riversati nel bidone della spazzatura di casa di ogni italiano. «Rispettare il diritto al cibo e all’acqua in misura giusta, sana e sufficiente – secondo Andrea Segrè e Massimo Cirri – significa abbeverare e nutrire un pianeta che, fra sottoalimentazione e obesità, è allo stesso tempo troppo affamato e troppo sazio o assetato. Significa, in defintiva, restituire valore al cibo e all’acqua come bene pubblico, puntando innanzitutto sull’educazione alimentare”.