Si conclude il restauro di Lo Stud – realizzato con nanotecnologie – che è stato presentato alla Tate Britain di Londra durante il simposio Picasso, Picabia, Ernst. New perspectives il 25 novembre. Nel corso del mese di dicembre, da mercoledì 7, tutti i giorni alle 15, si svolgeranno visite guidate gratuite di approfondimento al restauro dell’opera, previo acquisto del biglietto. Singolare la storia del dipinto. Dopo averlo terminato Picasso lo rielaborò riducendone la varietà cromatica e la complessità compositiva. Lo affidò al leggendario mercante Daniel H. Kahnweiler; cinque anni dopo l’artista volle riavere il quadro ma dovette dare a Kahnweiler cinque quadri in cambio de Lo studio. Ad un certo punto Lo studio passò alla galleria Valentine Dudensing di New York da cui Peggy Guggenheim lo acquistò nel 1942 poco prima di aprire Art of This Century. Alla fine degli anni Sessanta, per bloccare le ampie crettature e i numerosi sollevamenti di colore, la tela venne foderata utilizzando cere e resina e incollata su un supporto a nido d’ape in cartone. Nel tempo la cera è affiorata sulla superficie della tela ingiallendone il bianco che è il colore dominante e caratterizzante dell’opera. Inoltre i depositi di particolato atmosferico hanno spento gli altri colori impedendo la corretta lettura cromatica del dipinto. Grazie ai passi da gigante compiuti dalla ricerca scientifica applicata alla conservazione sarà possibile ricostruire la prima versione del dipinto e stabilire la sequenza delle modifiche apportate da Picasso. Le indagini e le valutazioni che ne seguiranno permetteranno di conoscere il processo creativo che sottende l’opera e allo stesso tempo determinare il corretto intervento di restauro.