Francesco Suman, con un suo testo pubblicato sul Bo Live,il giornale web dell’universita’di Padova, ha fatto il punto sui vaccini anti Covid 19 e anche tentato di far chiarezza su tante notizie che si vanno incrociando su prodotti sperimentati e pronti e quelli che sono in corso d’opera.Come noto, il Parlamento italiano ha approvato le linee guida per il piano vaccinale CoVid-19. L’Italia però attende, come tutti gli altri Paesi europei, la decisione dell’Agenzia europea dei medicinali, ora prevista per il 21 dicembre, in merito all’approvazione per uso emergenziale del vaccino a mRna sviluppato dalla casa farmaceutica statunitense Pfizer insieme alla tedesca BioNTech. Nel frattempo dj sa che le vaccinazioni programmate nel nostro Paese saranno gratuite per i cittadini e dunque a carico della spesa dello Stato, che ha ad oggi stipulato accordi con 6 case produttrici. “Se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine, cosa su cui non possiamo ancora avere certezza assoluta” ha detto il ministro della salute Roberto Speranza in Senato a inizio mese, “le dosi saranno distribuite agli Stati membri in proporzione alle rispettive popolazioni a partire dal 1° trimestre del 2021 e con una più significativa distribuzione delle dosi nel 2° e 3° trimestre, per completarsi sostanzialmente nel 4° trimestre”. L’autore del testo ha ricordato che l’Italia ha sottoscritto tutti gli accordi formalizzati dall’Unione Europea che in totale ha ordinato circa 1,3 miliardi di dosi di vaccini. A ciascun Paese membro che ha sottoscritto i contratti di pre-ordine spetterà una parte proporzionale alle rispettive popolazioni nazionale e l’Italia si è assicurata l’arrivo di circa 200 milioni di dosi. Il primo accordo è stato firmato dall’Italia assieme a Germania, Francia e Olanda con la casa produttrice AstraZeneca, il 13 giugno. Ciò ha costituito la premessa per una serie di successivi accordi siglati direttamente dalla Commissione Europea. In base a questi accordi è previsto che all’Italia arrivino questi vaccini, si legge sul sito del ministero della salute: AstraZeneca 40,38 mil;
Johnson & Johnson 53,84 milioni;Sanofi 40,38 milioni;Pfizer/BNT 26,92 milioni;
CureVac 30,285 milioni;Moderna 10,768 milioni. La soglia necessaria a raggiungere una certa sicurezza in termini di immunità di gregge prevede la vaccinazione di almeno 40 milioni di persone (gli italiani sono circa 60 milioni). Gli ordini prevedono anche scorte di sicurezza. Inoltre, al momento della stipula non si conosceva la percentuale di efficacia delle diverse tipologie di vaccini (a mRna quelli di Pfizer e Moderna, a vettore virale quello di AstraZeneca, ad esempio), pertanto gli accordi hanno puntato a una differenziazione delle soluzioni vaccinali in modo da raggiungere in ogni caso la soglia di protezione necessaria.
Il vaccino, da destinare con priorità a operatori sanitari e persone anziane residenti nelle Rsa, necessiterà con ogni probabilità di due iniezioni a distanza di 3 o 4 settimane l’una dall’altra. La durata della protezione indotta tuttavia ad oggi ancora non si conosce e non si sa ancora se il vaccino darà protezione stagionale o di più lunga durata. Il primo in arrivo in Italia sarà quello sviluppato da Pfizer/BioNTech, la cui approvazione europea dovrebbe arrivare la settimana prossima. Inizialmente saranno disponibili circa 1,7/1,8 milioni di dosi, necessarie a vaccinare poco meno di 900.000 persone (vista la doppia somministrazione). Se si sono fatti ordini complessivamente per circa 200 milioni di dosi in realtà a breve termine ne saranno disponibili solo una piccola frazione. Inoltre alcune case farmaceutiche hanno incontrato problemi in fase di sperimentazione e sviluppo. “La situazione è abbastanza preoccupante perché rischiamo di trovarci con poche dosi” sostiene Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova e direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Fondazione Città della Speranza, intervistata da Barbara Paknazar. Viola discute dei vaccini ordinati dall’Italia. :Si è fatta una grande comunicazione dicendo ‘arriverà il vaccino e tornerà tutto come prima’, in realtà non è assolutamente così” sostiene Viola. “Sia perché serve tempo per fare una campagna vaccinale, ma anche per un altro motivo”. L’Italia aveva puntato principalmente su 3 case: AstraZeneca, Sanofi/GlaxoSmithKline e Johnson&Johnson. I vaccini di Moderna arriveranno sì nel 2021, ma più avanti, riporta Antonella Viola, in quanto il loro sviluppo è stato sostenuto dai finanziamenti statunitensi dell’operazione Warp Speed e gli Usa dunque hanno blindato tra i confini nazionali i primi lotti in produzione.
“Il punto è che AstraZeneca ha avuto dei problemi nei trial clinici, hanno sbagliato la dose” riporta Antonella Viola. “La mezza dose ha funzionato meglio della dose intera, ma questo non è stato voluto, è stato un errore. Inoltre alcuni partecipanti hanno ricevuto l’iniezione dopo 4 settimane, come doveva essere, mentre altri dopo 9 settimane. C’è una differenza nel protocollo e i risultati non sono confrontabili. È molto probabile che AstraZeneca debba ripetere il trial clinico”. Oltre a riprogettare i trial clinici di fase 3, AstraZeneca ha annunciato anche una collaborazione con l’Istituto di ricerca russo (Gamaleya research institute) che ha sviluppato il vaccino Sputnik V, anch’esso basato su un adenovirus, già approvato a Mosca in estate, l’11 agosto, prima del completamento di tutti i trial clinici. Secondo un annuncio dell’istituto Gamaleya lo Sputnik V avrebbe un’efficacia del 91,4%. La nuova sperimentazione prevede una somministrazione combinata di due vaccini, quello russo e quello britannico, ad adulti con più di 18 anni d’età, si legge nel comunicato diffuso l’11 dicembre.Per il testo integrale si rimanda integrale il lettore al Bo Live. Al momento attuale,ha annotato anvora Suman,ottimisticamente nel 2021 avremo a disposizione oltre a tutte quelle di Pfizer anche le dosi di Moderna, arriveremmo a meno di 40 milioni di dosi di vaccini, necessarie a proteggere meno di 20 milioni di persone, ovvero la metà del numero di individui che dovremmo vaccinare (40 milioni) per raggiungere la soglia dell’immunità di gruppo in Italia. “Forse dovremmo fare una riflessione per capire se nel mondo ci sono altri vaccini che possono venire in nostro aiuto” sostiene l’immunologa Viola, “come quello in Cina, che adesso è stato approvato dagli Emirati Arabi Uniti”.
(ph arch.Bo live/uniPd).