“Fa pensare a mancate trasparenze ed è doloroso rischiare di perdere importanti finanziamenti a servizio del territorio per le inadempienze di qualche pubblica amministrazione: il record, come noto, spetta purtroppo alle regioni meridionali, ma stavolta il caso arriva da Chioggia (Venezia).”: il commento è di Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) di fronte alla denuncia del Consorzio di bonifica Adige Euganeo. In ballo ci sono 13 milioni di euro destinati alla realizzazione di una barriera antisale sul fiume Brenta, nella località balneare di Sottomarina; servirà a preservare 20.000 ettari agricoli dalla desertificazione causata dalla risalita del cuneo salino, cioè l’ingresso dell’acqua di mare nell’entroterra delle province di Padova e Venezia. A favore dell’intervento, fin dal 2009, si schierano, oltre all’ente consortile, Ministero Politiche Agricole Alimentari Forestali, Regione Veneto, Comune di Chioggia ed ex Magistrato alle Acque; contrari, invece, i titolari di alcune darsene, che ritengono l’opera penalizzante il traffico acqueo. La vicenda finisce davanti al Tribunale delle Acque che, nel 2017, ritiene compatibile il futuro manufatto con le esigenze della navigazione diportistica; da novembre 2018, il Comune di Chioggia avrebbe dovuto iniziare l’iter espropriativo per l’avvio dei lavori, ma la vicenda non risulta essere ancora cominciata, sottraendosi finora l’Amministrazione Comunale a qualsiasi confronto. “Il rischio – segnala il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano – è che il Mi.P.A.A.F.T. ritiri il finanziamento, penalizzando il territorio per colpa dell’amministrazione locale; un accenno, in tal senso, c’è già stato.” “E’ una vicenda ingiustificabile, anche perché lo stesso Comune di Chioggia ha finanziato l’opera con 3 milioni e mezzo di euro così come hanno fatto, per la loro parte, Regione Veneto e Provveditorato alle Opere Pubbliche; le categorie economico-produttive sono con noi – aggiunge Michele Zanato, Presidente del Consorzio di bonifica Adige Euganeo. “Simili vicende amareggiano – conclude il Presidente di ANBI – perchè penalizzano la capacità progettuale e l’efficienza, che dimostrano i Consorzi di bonifica, così come l’azione di informazione, messa in campo ad ogni livello per reperire le risorse necessarie a migliorare la resilienza delle comunità e delle loro attività ai cambiamenti climatici.”
(foto arch.).

Lascia un commento