Una recentissima presenza di cinghiali ha interessato direttamente il sindaco di Brendola, Renato Ceron. Egli si è trovato un buon numero di cinghiali davanti casa. Gli animali erano in cerca di cibo, forse immondizie, e non ancora sazi dopo aver divorato le verdure dell’orto. Fortunatamente, per mandarli via sono bastati i fari dell’auto. Questa è la versione del sindaco. Si tratta di uno dei tanti episodi che confermano (ma non c’è bisogno) la presenza di cinghiali (a volte famiglie intere, con madre e cuccioli) sui Colli Euganei che vagano in cerca di cibo. Negli utimi 5 mesi almeno 700 cinghiali abbattuti e catturati, con una media di 15 a notte, due volte la settimana; più di 150 sopralluoghi effettuati per verificare i danni prodotti, soprattutto in agricoltura, e lo stesso numero per il corretto posizionamento dei chiusini (40) e delle postazioni di abbattimento; dal 1° gennaio 2016, 34 interventi e verbali stilati per incidenti stradali (erano stati 23 dal settembre al dicembre 2015). Tutte operazioni complesse coordinate da due dipendenti della Polizia Provinciale, in distacco all’Ente Parco Colli fino al 30 giugno scorso, e da una cinquantina di selecontrollori che, in quanto volontari, utilizzano armi, munizioni e carburante propri. “La lotta sembra tuttavia impari – afferma il Presidente della Provincia di Padova, Enoch Soranzo – perché i cinghiali si riproducono con una crescita annua esponenziale di circa il 220% e, in assenza di una strategia definita e condivisa, tutti gli sforzi verranno vanifica”. L’emergenza cinghiali risulta, allo stato dei fatti e dei numeri, una questione piuttosto articolata, frutto di fondi regionali insufficienti stanziati ad hoc per risolverla, della carenza di personale qualificato, di Piani sistematici sempre interrotti e, non ultimo, di un Commissario appena dimessosi dal Parco. “Da quando ci siamo fatti carico del problema – ha precisato il Consigliere Delegato, Vincenzo Gottardo – abbiamo messo in atto diverse azioni per il contenimento degli animali, come la riattivazione dei chiusini, i controlli notturni e l’abbattimento dei capi. I risultati della virtuosa sinergia tra Polizia Provinciale ed Ente Parco Colli sono stati assolutamente positivi. Per rispondere efficacemente alle richieste del territorio abbiamo fin da subito distaccato due Commissari della Polizia Provinciale presso la sede del Parco, per coordinare e organizzare il lavoro dei volontari e dei dipendenti. Adesso ci troviamo tuttavia spiazzati per l’assenza di un interlocutore e per il mancato rinnovo del distacco del nostro personale. Credo che riuscire a dialogare con i sindaci del territorio significhi farsi interpreti dei loro problemi concreti, e trovare sinergie e soluzioni congiunte per risolverli. Il nostro obiettivo prioritario rimane ancora oggi tutelare tutti gli 8 amministratori locali del territorio euganeo, che non hanno alcuna competenza per affrontare l’emergenza cinghiali, e mettere in campo tutte le azioni per valorizzare e sviluppare l’area del Parco che, grazie alle sue specifiche caratteristiche, è una risorsa importante per il turismo e le eccellenze agricole”. Secondo i presidente Soranzo: “il problema dei cinghiali è presente in tutta Italia, ma sul nostro territorio è aggravato dalla presenza dell’area vincolata del Parco, dove l’abbattimento dei capi può avvenire soltanto tramite l’ausilio di selecontrollori e personale autorizzato, poco meno di 50 persone. Nonostante la presenza di cibo abbandonante in questo periodo e la difficoltà ad avvicinare gli animali, la collaborazione con la Polizia Provinciale ha dato finora ottimi risultati. Se l’attività svolta dovesse bloccarsi, quanto fatto risulterebbe tutto vano”. “E’ necessario che la Regione Veneto preveda nella sua Finanziaria un capitolo dedicato – è il parere del Sindaco di Galzignano, Riccardo Masin – per affrontare il problema. Così come dovrebbero essere organizzati maggiori corsi di formazione destinati ai selecontrollori, cioè tutti quei volontari che agiscono durante le ore notturne, prevedendo non due ma tre uscite settimanali nei periodi dell’anno in cui sono presenti le colture di maggior pregio, oltre alla creazione di centri di raccolta specifici e convenzioni con almeno due macelli. Credo che sia sicuramente più conveniente investire nella prevenzione (tipo reti elettriche o altri sistemi) che non nei risarcimenti per danni”. Per il rimborso da parte della Regione, fondamentale è stata l’attività di sopralluogo fatta dalla Polizia Provinciale per dare una risposta diretta alle problematiche e alle diverse richieste dei cittadini e delle aziende, costrette a subire danni ingenti sia per l’uva che per l’olivo, ma soprattutto per le colture di carattere cerealicole. Infine, discorso a parte i danni dovuti agli attraversamenti stradali dei cinghiali e agli inevitabili incidenti.
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