In Internet si stanno moltiplicando i siti che invitano i pensionati a presentare ricorso entro il 31 luglio contro il blocco delle rivalutazioni 2011-2013, blocco che nel 2015 era stato bocciato dalla Corte costituzionale e gli arretrati in parte restituiti con il bonus Poletti. La procedura suggerita costerebbe a ogni pensionato 126,88 euro e si compone di un’azione contro l’Inps e di un ricorso al tribunale competente. “Quelle che circolano sono informazioni parziali e pretestuose – commenta Luigi Bombieri, segretario generale Fnp Veneto, il sindacato dei pensionati Cisl -. Non serve fare ricorso perché la Consulta ha già fissato per il 24 ottobre l’udienza sulla costituzionalità del bonus Poletti”. E la decisione dei giudici avrà ricaduta su tutti i pensionati. Per chiarezza, la questione va ripercorsa: il decreto Salva Italia del 2011 ha bloccato la rivalutazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps (cioè superiori a 1.405 euro mensili lordi nel 2012, 1.443 nel 2013), adeguamento poi reintrodotto dal governo Letta. Il blocco ha interessato in Veneto circa 420 mila pensionati che, nei due anni di funzionamento, hanno perso una intera mensilità. Un’altra conseguenza è che per il 2014 e 2015 le loro pensioni sono state rivalutate partendo da una base di calcolo più bassa rispetto a quanto dovuto se non ci fosse stato il blocco. Nell’aprile del 2015 la Corte Costituzionale (sentenza num. 70) ha dichiarato illegittimo il decreto Salva Italia, e la risposta del Governo è stata
il decreto legge 65/2015, denominato “bonus Poletti”: invece di un rimborso pieno, è stato dato ad agosto 2015 un rimborso parziale e non a tutti gli aventi diritto. Se in Veneto avrebbe dovuto arrivare circa un miliardo di euro, sono stati erogati invece una tantum assegni variabili da 278 a 750 euro a circa 410mila pensionati. Il bonus Poletti, accusato di non aver rispettato la sentenza della Consulta, è ora oggetto di un altro ricorso alla Corte Costituzionale stessa, che ha fissato per il 24 ottobre l’udienza. In una nota di Fnp Veneto si precisato che l’eventuale pronuncia di illegittimità costituzionale del bonus Poletti, precisano dalla Fnp, “produrrà i suoi effetti nei confronti di tutti i pensionati interessati al blocco della perequazione», indipendentemente da se e quando abbiano presentato ricorso. La data del 31 luglio che compare sui siti finiti nella lente del sindacato, continua la Fnp, “non indica un termine perentorio per procedere nei confronti dell’Inps ma, a ben vedere, è funzionale esclusivamente per lo studio legale che porterà avanti le richieste di coloro che, pagando, hanno aderito alle iniziative promosse da detti siti”. Fermo restando che ciascuno ha il diritto di procedere giudizialmente se lo ritiene, il sindacato dei pensionati invita ad aspettare la sentenza della Consulta prima di attivare qualsiasi procedura per evitare di spendere inutilmente soldi.