Il brillamento in mare dell’ordigno bellico ha concluso le operazioni per il disinnesco della bomba da 500 libbre, 250 kg e contenente 127 kg di tritolo, che il 15 gennaio scorso era stata rinvenuta in via Ferraris a Marghera, durante i lavori della minicipalizzata Veritas per la realizzazione di vasche per le acque reflue. Fortunatamente la bomba, modello Usa/ AN M64 General Purpose (generalmente utilizzata per distruggere infrastrutture e depositi) non è esplosa, nonostante l’operaio addetto allo scavatore l’avesse urtata con la benna. L’attività ‘ – si apprende da una nota del Comune – ha visto un imponente lavoro di coordinamento da parte del Centro operativo misto della Protezione civile della Prefettura di Venezia presso il Comando dei Vigili del Fuoco di Venezia. Le operazioni sono cominciate prima dell’alba, con il coinvolgimento di tutte le Forze dell’ordine impiegate nelle attività di sorveglianza, sgombero, regolazione del traffico, assistenza e disinnesco: Polizia di Stato e Guardia di Finanza (60 uomini con 25 pattuglie di cui 20 polizia e 5 GdF); Carabinieri con 50 uomini e 15 pattuglie; 20 militari dell’esercito di cui 4 artificieri; personale della Guardia Costiera della Marina Militare; Polizia locale con 136 agenti, e poi ancora 15 volontari della Croce verde, 14 ambulanze del Suem, 1 unità polo soccorso, 1 nucleo nbcr, oltre a ben 188 volontari della Protezione Civile. Tutti in servizio anche i Vigili del Fuoco pronti ad intervenire in caso di necessita’. Le operazioni di sgombero dell’area interessata dall’intervento, compresa nel raggio di 1.816 metri dal luogo di ritrovamento dell’ordigno, sono iniziate alle ore 6.00. Le Forze dell’Ordine e volontari della Protezione civile si sono occupati delle attività di assistenza alle persone (circa 3500) che hanno dovuto temporaneamente abbandonare le proprie case. Entro le 7.30 tutte le abitazioni interessate sono state liberate per consentire l’attività di disinnesco. Da subito operativo il servizio navetta da parte di Actv (azienda di trasporto publico) per raggiungere il Palasport Taliercio, il punto di raccolta e area per l’ospitalità. Ambulanze e sanitari si sono posizionati nelle immediate vicinanze della zona di sicurezza pronti ad intervenire in caso di necessità.Diciasette persone in situazione di fragilità sono state accompagnate e assistite all’Ospedale all’Angelo fino al successivo rientro nelle proprie abitazioni. Al Palasport Taliercio, grazie ai volontari di Protezione civile e agli scout, sono stati organizzate attività di intrattenimento, offerto un ristoro con bevande calde e celebrata la Messa dal parroco di viale San Marco. Previsto anche un servizio di assistenza per gli animali domestici, con tanto di ambulanza veterinaria. Alle 7, è scattato il divieto di circolazione dei mezzi privati, alle 7.10 è partito l’ultimo treno da e per Venezia, alle 7.30 blocco dei mezzi pubblici e del Ponte della Libertà che collega la Terraferma con la città d’acqua. Alle 8.30 è divenuto operativo9 il divieto di sorvolo. Una volta evacuata, l’area di sicurezza è stata presidiata dalla Forze dell’Ordine che hanno svolto anche attività antisciacallaggio. Alle 8.40 è stato dato il via libera alle attività degli artificieri dell’8° Reggimento Guastatori Paracadutisti “Folgore” di Legnago, che prima hanno messo in sicurezza l’ordigno e dopo aver costruito un’opera di contenimento per ridurre al minimo gli effetti di un’eventuale esplosione durante il disinnesco, hanno proceduto al despolettamento degli inneschi.L’ordigno è stato sollevato da una gru e poi caricato su uno zatterino, trainato da un natante della Marina Militare e scortato dalla Guardia Costiera, per essere portato nelle acque antistanti il canak di Makamocco. Alle 12.09 le due spolette sono state fatte brillare: raggiunto il mare aperto all’ordigno sono state applicate cariche di esplosivo plastico che sono state fatte esplodere sott’acqua dai palombari del Gruppo operativo subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (COMSUBIN).
Una colonna di circa una ventina di metri ha quindi distrutto l’ordigno rimasto inesploso per 75 anni (foto Venezia live). Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha voluto esprimere un sentito ringraziamento a all’Esercito e alla Guardia Costiera della Marina Militare, a tutte le Forze dell’Ordine, ai volontari, agli enti, istituzioni e società coinvolte, coordinati dalla Prefettura di Venezia. “Grazie anche a tutti i cittadini, sia quelli sfollati sia tutti quelli che hanno avuto disagi – ha dichiarato – perché sono stati molto comprensivi e collaborativi. Oggi, ancora una volta, #Venezia ha saputo dimostrare unità, giocando in squadra”.
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