Venti bambini di Fukushima, residenti nelle zone maggiormente contaminate, passeranno un soggiorno estivo di un mese a Pietra Ligure (Savona), con l’Orto dei Sogni. Li affiancheranno studenti cafoscarini del Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea. Per il sesto anno consecutivo l’Orto dei Sogni, associazione no-profit nippo-italiana con cui Ca’ Foscari ha una collaborazione, organizza per i bambini di Fukushima un campo estivo in Italia, per offrire loro un ambiente sano e sereno, lontano dalle radiazioni nucleari per un miglioramento della salute psicofisica e un potenziamento del sistema immunitario. Anche quest’anno alcuni studenti cafoscarini del DSAAM svolgeranno lo stage lavorando come accompagnatori dei bimbi per tutta la durata del soggiorno e alcuni stagisti degli anni passati torneranno come volontari. Andrea Vella, iscritto al terzo anno di Lingue, Culture e Società dell’Asia e dell’Africa Mediterranea, è uno di loro e racconta così la sua esperienza: “ho presentato domanda di stage nel 2016 e durante l’estate ho passato un mese con i bimbi di Fukushima, in Sardegna. È stata un’esperienza bellissima soprattutto dal punto di vista umano e quest’anno ci tornerò perché – come altri ex stagisti – sono diventato membro dell’Associazione Orto dei Sogni. È importante che chi sceglie di impegnarsi nel progetto comprenda la portata dell’iniziativa, che va oltre l’esercizio linguistico. Lo scopo è aiutare bambini che durante tutto l’anno non possono uscire di casa per giocare, per il rischio delle radiazioni. In pochi giorni, al campo estivo, si notano già i miglioramenti psicofisici dovuti alle attività all’aria aperta”. Giulia Cavicchioli, laurea a Ca’ Foscari, Master a Oxford e attualmente un Dottorato in corso a UCL, studia come è cambiata la società giapponese dopo Fukushima. Oggi è alla sua terza partenza per il campo estivo dell’associazione Orto dei Sogni, di cui è socia. “Questi bambini non sono abituati a passare molto tempo all’aperto, o a non preoccuparsi di cosa mangiano. Vivono in aree contaminate e spesso i genitori misurano le radiazioni del terreno con i Geiger counter prima di permettere loro di uscire. Dopo un mese passato in Italia, uno dei pochi Paesi ‘nuclear-free’ che offre queste opportunità gratuite, gli esami clinici dei piccoli rivelano grandi miglioramenti». Anche Giulia, come Andrea, concorda che per gli studenti stagisti o volontari «non si tratta solo di un’occasione di stage ma soprattutto di crescita personale. I bambini di Fukushima hanno passato esperienze terribili, hanno una maturità che va oltre la loro età e stando con loro si impara tanto”. La collaborazione con l’associazione no-profit nippo-italiana “Orto dei Sogni” è uno dei numerosi progetti di solidarietà sociale che Ca’ Foscari ha messo in campo dopo Fukushima. Dal 2011 a oggi si sono tenute iniziative negli ambiti di ricerca scientifica, traduzione, didattica e sono state attivate importanti collaborazioni internazionali. L’evento Ca’ Foscari per il Giappone ha portato a una raccolta fondi di circa 25.000 euro per la prefettura di Fukushima.