La Commissione attività produttive della Conferenza delle Regioni ha approvato a Roma un documento con cui si sollecita il Parlamento ad accelerare l’approvazione di un disegno di legge, attualmente fermo in Senato, di modifica del decreto legge “Salva Italia”, approvato dal Governo Monti nel 2011, con il quale erano state liberalizzate le aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali. “Non è vinta la guerra – ha detto ’assessore regionale veneto allo sviluppo economico e al commercio – ma si tratta comunque di un passo in avanti importante sulla strada di una disciplina ragionevole delle giornate di apertura”. La proposta di legge introduce l’obbligo di dodici giornate festive di chiusura degli esercizi commerciali, esclusi bar e ristoranti, con la possibilità, per ciascun esercente, di derogare sino ad un massimo di sei giornate. Per le altre festività i comuni possono predisporre accordi territoriali non vincolanti, anche con i comuni contigui, per la definizione degli orari e delle chiusure degli esercizi commerciali, sentite le associazioni di categoria delle imprese del commercio, dei consumatori e dei lavoratori. Alla Regione è affidata la funzione di coordinamento e di definizione dei criteri per l’individuazione delle aree nelle quali possono essere adottati gli accordi. “Non è ancora raggiunto il nostro obiettivo – aggiunge l’assessore – perché noi come Veneto proponevamo l’obbligo di un tetto massimo di 20 aperture domenicali e festive all’anno e di riportare la competenza integrale in questa materia alle Regioni. Il documento condiviso ora dalle Regioni è comunque un passaggio importante perché va nella direzione da noi auspicata, puntando a dare un’accelerazione su questa tematica, visto anche il momento di precarietà che sta vivendo il nostro Paese rispetto alla durata della legislatura”.

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