Per superare l’esame hanno studiato anche all’estero con l’obiettivo di dare un’offerta qualificata e ottenere l’iscrizione ufficiale all’albo regionale. A tutti gli effetti ora sono riconosciuti operatori agricoli sociali e sono i primi 60 attuali o futuri titolari di fattorie che potranno occuparsi di anziani, diversamente abili, minori e persone svantaggiate ai sensi della recente legge veneta che disciplina l’agricoltura sociale. Molti di loro lo fanno già da tempo, come Tiziana Favaretto nel veneziano che ha istituito il servizio “SOS Sandro” ovvero il recupero dei bambini a scuola e l’attività di assistenza ai compiti nel pomeriggio. Sono seguiti e possono stare tra la natura anche i bimbi dell’agrinido di Marcella Alberini nel veronese che nei locali ‘alla loro altezza’ possono sgranare anche i baccelli durante la ricreazione. Oasi verde tra pet therapy e attività negli orti per gli ospiti di Maurizio Radin che nel vicentino si occupa dei portatori di handicap e degli emarginati. Può invece realizzare il suo sogno Fabiano Simonatto che metterà a disposizione nella sua azienda una mensa particolare per chi ha disturbi alimentari. Si tratta della conferma concreta dell’esistenza di esperienze spontaneamente svolte dal primario, senza finanziamenti aggiunti, e rivolta alle fasce più deboli della società – spiega Coldiretti. Il riconoscimento in un elenco pubblico di tutti quegli agricoltori (giovani soprattutto) è un sicurezza in più rispetto ad un ruolo multifunzionale che ha già esplorato forme di supporto alle famiglie collaborazioni con le Usl, cooperative, case di cura. La gamma comprende soggiorni per la terza età in campagna, il coinvolgimento degli ipovedenti, l’integrazione nel mondo del lavoro di carcerati e tossicodipendenti, il recupero psicofisico di disabili e tanto altro per soddisfare un’esigenza avvertita sempre più dalla collettività: il mantenimento di legami territoriali e culturali costituiscono il vissuto di una comunità e trovano, non casualmente, proprio nella famiglia rurale gli interpreti più fedeli. “La prossimità e la relazione sono valori antichi – sostiene Coldiretti – e da sempre presenti nel mondo contadino cosi come la solidarietà, il mutuo aiuto, l’ospitalità, l’ assistenza di membri all’interno di una cerchia familiare “allargata”. In agricoltura c’è una predisposizione naturale per la valorizzazione delle persone di tutte le età e questa attitudine ha consentito di alimentare un welfare inclusivo più umano e rispettoso delle fragilità”.