Al Chiostro di San Zeno di Verona cerimonia della Coldiretti Veneto con i protagonisti di un nuovo welfare: 60 imprenditori agricoli sociali che dopo aver superato la prova finale del corso di formazione possono iscriversi all’albo regionale ai sensi della recente legge che disciplina l’agricoltura sociale. La norma chiesta a gran voce da Coldiretti in un solo anno ha già incoraggiato la nascita di un centinaio di fattorie che da questo momento potranno ufficialmente occuparsi di anziani, diversamente abili, minori e persone svantaggiate. Questo elenco istituzionale è una sicurezza in più rispetto ad un ruolo multifunzionale che ha già esplorato forme di supporto alle famiglie, collaborazioni con le Unità sanitarie, cooperative private e case di cura. “La prossimità e la relazione interpersonale sono da sempre presenti nel mondo contadino – commenta Coldiretti – cosi come la sussidarietà, il mutuo aiuto, l’ospitalità, l’ assistenza di membri all’interno di una cerchia familiare “allargata”. In agricoltura c’è una predisposizione naturale per la valorizzazione delle persone di tutte le età e questa attitudine ha consentito di alimentare una nuova dimensione: l’economia della solidarietà”. I diplomi sono stati consegnati a tutti gli allievi da Claudio Valente presidente di Coldiretti Verona, Pietro Piccioni direttore regionale, Riccardo De Gobbi dell’Area Agroambiente della Regione Veneto, Fabio Menin funzionario regionale della sezione formazione, Alessandro Dall’Ora direttore generale dell’ULSS 22 di Bussolengo. Alcuni dei diplomati presenti alla cerimonia hanno portato la loro testimonianza diretta come Simone Palma responsabile dell’ area persona della Cooperativa “Cantiere della Provvidenza” in provincia di Belluno, realtà che impiega i bachi da seta come impegno terapeutico per gli ospiti. Tra l’altro Simone ha sottolineato che questa scelta ha cambiato il suo destino con un percorso inverso rispetto agli altri corsisti: da operatore sociale è diventato imprenditore agricolo. Nel padovano il vivaista Massimiliano Pedron nella sua “Piccola Città” ha avviato un progetto di rete-lavoro solidale. Coltivando un bio-orto giovani e anziani mischiano le competenze aiutandosi a vicenda. Astronomico come il nome della sua azienda che porta il nome di “Sirio Lupo Celeste” la stella più luminosa della costellazione del cane, l’intervento di Fabiola Zanella a Fratta Polesine in provincia di Rovigo esperta cinofila e amante degli animali attraverso i quali aiuta bambini e diversamente abili. “Lavorano” con lei a tempo pieno e in maniera scientifica (perché tutto non è lasciato al caso) tre asinelle, tre caprette e altri amici a 4 zampe: un barboncino, un lagotto romagnolo, due bovare del bernese, due meticci comprese galline, anatre, conigli, pappagalli e barbagianni. Il progetto “Lo stralisco. Il fiore più bello che c’è” di Marica Bortoletto 27 anni sta prendendo forma a Zero Branco, in provincia di Treviso. Merito della rete di amici incontrata durante la frequenza delle oltre cento ore di corso e dei ragazzi della parrocchia che la giovane animatrice segue da anni. Può ampliare il suo sogno in parte già realizzato Fabiano Simonatto di Summaga nel veneziano che, nel suo agriturismo “Cà Menego” ha già messo a disposizione una mensa particolare per chi ha disturbi alimentari. L’energico vicentino Mirko Bressan di 29 anni ha parlato della sua “Missione possibile”: impegnarsi per il bene del prossimo. Lui con un curriculum da attivista dell’Azione Cattolica, calciatore dilettante, organizzatore di feste parrocchiali, paesane, di quartiere, diocesane è uno che sa guardare l’altro nel profondo. Questa sua sensibilità unita ad una grande voglia di fare ha trasformato la sua azienda orticola coltivazioni di ortaggi in un luogo di incontro aperto a tutti dove potersi raccontare. Maurizio Radin è tra i senior. La platea ha capito di essere difronte ad un precursore dei tempi. Maurizio aveva intuito l’importanza di mettere in campo le caratteristiche dell’impresa famiglia coltivatrice per aiutare il prossimo. E’ stato anche tra i fondatori del forum regionale dell’agricoltura sociale: ebbene tanto asino non è, nonostante il suo motto. Paola Adami e Benito Merzi del “Giardino dei Sogni” di Caprino a Verona hanno scelto una collina per realizzare un percorso botanico all’aperto con laghetto artificiale, ruscelli e punti di sosta. Il sentiero è accessibile a tutti come tutto il tragitto che si snoda tra boschi e campagna. Tutti i visitatori diventano un tutt’uno con la natura: piantano alberi, raccolgono sassi e costruiscono insieme ai proprietari il futuro per non vedenti dove per sentire il vento in volto non servono gli occhi ma in cuore grande. In fine Piero Battistoni, da anni impegnato per Abeo,insieme a Pasquale hanno presentato l’ Associazione Bambino Emopatico Oncologico. Il loro obiettivo è creare una fattoria sociale per realizzare un centro di riabilitazione psico-fisica per i bimbi che hanno vissuto la dolorosa esperienza dell’ospedale e della malattia. “Molte altre storie fanno parte di questa esperienza comune – ha commentato il direttore di Coldiretti Veneto Pietro Piccioni – già da oggi possiamo parlare di una rete a servizio della comunità e di un modo di fare agricoltura moderno, pur ancorato alle radici. Non sarà notiziabile, come tanto altro, ma è rassicurante come un’iniezione di fiducia verso una ripresa economica che deve tener conto di un nuovo modello di sviluppo”.