A livello mondiale non si sciala con l’olio d’oliva, lo ha comunicato Coldiretti che ha segnalato anche un crollo della produzione nazionale del 38% . Il Veneto però tiene duro, con una realtà di nicchia pari a 1.761 tonnellate nel 2015 e una previsione di incremento del 30%. “Merito dell’alta professionalità degli olivicoltori del territorio regionale – ha sottolineato Enzo Gambin, direttore Aipo, la più importante associazione del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, a cui aderiscono circa 5000 imprese olivicole singole, cooperative e consorzi di produzione, lavorazione e trasformazione delle olive. “Gli agricoltori – ha proseguito Gambin – non si sono fatti scoraggiare dalle avversità atmosferiche e dagli attacchi funginei alle piante dimostrando capacità imprenditoriali di alto livello e rispondendo con corrette strategie di difesa puntando ovviamente tutto sull’alta qualità”. I dati del settore sono stati rivelati da Coldiretti sulla base di studi Ismea/Unaprol in occasione della Giornata nazionale dell’extravergine italiano al Mandela Forum di Firenze in Toscana dove diecimila agricoltori con i trattori si sono mobilitati per difendere il prodotto piu’ rappresentativo della dieta mediterranea. Minacciato dalla concorrenza sleale, dalle speculazioni e dalla mancanza di trasparenza in etichetta, con truffe ed inganni l’olio d’oliva italiano rispecchia un andamento che – ha posto in risaltto la Coldiretti – si riflette sulla produzione a livello globale dove si prevede una storica diminuzione dei raccolti per effetto di difficoltà segnalate anche in Grecia con circa 240 milioni di chili (-20%) ed in Tunisia dove non si supereranno i 110 milioni di chili (-21%) mentre in Spagna, che si conferma leader mondiale, si stimano circa 1400 milioni di chili, in linea con l’anno scorso. In controtendenza la Turchia che aumenta la produzione del 33% per un totale di 190 milioni di chili. Il risultato è una previsione di produzione totale a 2,785 miliardi di chili in calo del 9%, con conseguenti tensioni sui prezzi che si prevedono in forte rialzo per effetto della corsa all’acquisto dell’olio nuovo. I cambiamenti – secondo la Coldiretti – si faranno sentire sul carrello della spesa soprattutto in Italia dove i consumi di olio di oliva a persona sono attorno ai 9,2 chili all’anno, dietro la Spagna con 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica. I prezzi alla borsa merci di Bari, che è la piu’ rappresentativa a livello nazionale, sono in significativo aumento – precisa la Coldiretti – con un balzo nell’ultima settimana del 14% per l’extravergine rispetto all’inizio dell’anno. Le previsioni Ismea/Unaprol che classificano l’Italia come secondo produttore mondiale nel 2016/17 indicano che la Puglia si conferma essere la principale regione di produzione nonostante il calo, mentre al secondo posto si trova la Calabria con una riduzione della produzione inferiore alla media nazionale e sul gradino piu’ basso del podio si trova la Sicilia dove il taglio dovrebbe essere piu’ marcato a causa delle condizioni meteorologiche primaverili che hanno causato perdite in fioritura. Coldiretti ha stimato nel Mezzogiorno un calo produttivo del 39%, al nord di appena il 10% mentre al centro del 29%, con la Toscana in linea con questa riduzione. “Con l’approvazione dei piano olivicolo nazionale si è aperto un percorso di crescita del vero Made sul quale fare leva per incrementare la produzione nazionale, sostenere attività di ricerca, stimolare il recupero varietale e la distintività a sostegno della competitività del settore”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’Italia puo’ contare su oltre 250 milioni di piante di ulivo su oltre un milione di ettari di terreno coltivato con il maggior numero di oli extravergine a denominazione (44) in Europa e sul piu’ vasto patrimonio di varietà d’ulivo del mondo (395) che garantiscono un fatturato al consumo stimato in 3,2 miliardi di euro nel 2015”.