Un’economia che cerca di rilanciarsi ma che sconta ancora un ritardo digitale sulla via della reale ripresa. Lo scenario è stato tracciato al padiglione AQUAE di EXPO Venice 2015 durante la presentazione del rapporto “La situazione economica del Veneto”, curato dal Centro Studi Unioncamere del Veneto giunto alla 48/ma edizione. A fare gli onori di casa Fernando Zilio, presidente Unioncamere del Veneto (nella foto), mentre il Rapporto è stato illustrato da Serafino Pitingaro, responsabile Area Studi e Ricerche Unioncamere del Veneto. A parlare di digitale, cui quest’anno la Relazione ha dedicato un focus di approfondimento, sono stati Luca De Biase, giornalista del Sole 24 Ore e co-fondatore dell’associazione Italia Startup, e Gianluigi Cogo, docente Università Ca’ Foscari di Venezia. La giornata si è conclusa con la consegna del Premio speciale per il cinquantenario di Unioncamere del Veneto (1965-2015) a sette aziende venete. Queste le imprese: Deon Edilizia di Deon Mario & C. s.n.c. – Lentiai (Belluno); Saia & Russo di Saia Baldassarre, Russo Modestino e Salvatore – Padova; Ruin Luciano – Lusia (Rovigo); Martelli Ado Igino – San Biagio di Callalta (Treviso) ; Renè Caovilla s.p.a. – Fiesso d’Artico (Venezia) ; Santa Margherita s.p.a. – Volargne di Dolcè (Verona); Soprana dal 1910 s.r.l. – Vicenza. Il presidente di Unioncamere Fernando Zilio ha detto tra l’altro che «esiste un nesso molto stretto tra sviluppo delle competenze digitali e performance aziendali. Le imprese attive sulla Rete hanno una propensione ad assumere nuovi lavoratori pari al doppio di quelle non attive e, quando utilizzano professionalità legate alla crescita dell’economia digitale, vedono un incremento della produttività, un aumento del fatturato e una più diffusa presenza sui mercati internazionali. Per accelerare i benefici che potrebbero derivare al consolidamento di una ripresa, che è presente ma rimane debole, servono quindi dosi massicce di innovazione e di e-business. Se saremo davvero in grado di cogliere le opportunità della Rete e coniugarle con il design e la creatività che rendono unici i manufatti del “prodotto in Italia” nel mondo, per il Veneto e per l’intero Paese la strada della crescita potrebbe essere spianata». Secondo le previsioni nel 2015 il Pil del Veneto tornerà ad avere una variazione positiva pari al +1,1% che dovrebbe consolidarsi nel corso del biennio 2016-2017 (+1,8% la crescita media). Tale prospettiva collocherà di nuovo il Veneto tra le regioni traino all’economia italiana (in linea col Nord Est ma leggermente alle spalle della Lombardia, che avrà un +1,3%). Saranno ancora le esportazioni la principale leva di sviluppo con un andamento più dinamico rispetto alle già buone previsioni italiane: l’export veneto dovrebbe crescere del +5,4%, favorito da euro debole, basso prezzo dei prodotti energetici e tassi di interesse in discesa grazie all’azione di contrasto alla deflazione della BCE. La crescita comporta tuttavia rischi come sono consapevoli le molte imprese venete, soprattutto dell’agro-alimentare ed arredo-casa, che lavoravano con Russia ed Ucraina: l’instabilità geo-politica in alcune aree, i bassi potenziali di crescita nei principali mercati di sbocco, le possibili crisi finanziarie sono fattori di rischio rilevanti. I consumi delle famiglie in Veneto nel 2015 dovrebbero crescere del +1,7% grazie all’auspicato aumento della base occupazionale e a un effetto positivo delle spese dei turisti stranieri anche collegati all’EXPO di Milano. La spesa pubblica dovrebbe registrare una contrazione (-0,7%), ma un contributo positivo arriverà dagli investimenti privati (+1,2%). Solo nel 2016 le imprese dovrebbero effettuare scelte di investimento tali da incrementare la loro dotazione di capacità produttiva. L’economia regionale ritroverà nel 2015 un sentiero di crescita che potrebbe essere l’inizio di una nuova fase espansiva anche se non mancano elementi di incertezza sia all’interno del sistema produttivo che nelle istituzioni pubbliche. Sulla base degli ultimi dati disponibili, il Veneto mostra discrete performance digitali. Nella graduatoria delle regioni italiane, il Veneto è decimo per livello di digitalizzazione dei cittadini; ottavo per quanto riguarda le imprese; sesto per le amministrazioni locali. E’ stato messo inoltre in rilievo come il Veneto stia scontando un ritardo tutto italiano che sta penalizzando il sistema regionale proprio nel momento in cui serve rafforzare l’alleanza tra saper fare tipico del settore manifatturiero e quel sapere terziario e digitale che tanti giovani possiedono. Il digitale è uno dei principali fattori di accelerazione per la crescita economica. Ma prima di tutto è necessario accrescere la cultura digitale delle imprese, specialmente quelle di micro e piccole dimensioni che non riescono ancora a cogliere appieno le opportunità offerte da internet, spesso a causa della mancanza di competenze interne in grado di coniugare tecnologie digitali e vendita attraverso i canali tradizionali.