In due giorni Tuttinfiera ha richiamato alla Fiera di Padova 50.000 visitatori di tutte le età e non solo dal Veneto, attratti da suggestioni e prodotti per il tempo libero, gli hobby e le passioni proposti in otto padiglioni più le aree esterne accanto al nuovo viale alberato del primo storico quartiere fieristico italiano, da 600 tra aziende, collezionisti e privati. Tra le chicche di domenica 5 novembre ci sono stati: il raid che tra Abano Terme e la Fiera di Padova ha coinvolto un centinaio tra automobili, moto a 2 e 3 ruote e altri mezzi rigorosamente americani; il raduno di circa 200 Cosplayers, gli appassionati (non solo adolescenti) che indossano i colorati costumi dei loro beniamini dei fumetti, dei cartoons, dei film e dei videogiochi provenienti da tutto il Veneto e dalla Lombardia; lo stage di Bon Ton tenuto nel padiglione di American Dream da Betty Rose; il Pik Up Contest con premiazione della migliore tra le 15 iscritte; la premiazione delle 25 moto customizzate più belle della Fiera, che andranno alla finale dell’Italian Motorcycle Championship Custom Bike Show (Lignano Sabbiadoro 10-13 maggio 2018); 10 talk organizzati per il pubblico dagli hacker veneti organizzatori dell’evento Hack The Wire; i concerti rock, dei mini musical e gli spettacoli di Burlesque. E inoltre i balli, il fitness più innovativo e gli sport che i visitatori in due giorni hanno potuto provare, assieme ai bambini che hanno anche avuto modo di giocare e divertirsi nelle tante aree a loro dedicate, tra cui quella in cui hanno colorato un’automobile e imparato in bici l’educazione stradale con i vigili urbani del Comune di Padova. Grande interesse l’hanno suscitato le tre novità 2017 di Tuttinfiera: Passione Sport, American Dream e il mondo hacker. E inoltre elettronica, dischi e fumetti, il grande mercatino del Vintage, l’area shopping, il modellismo. Due le mostre organizzate dal CONI Veneto: quella delle artiste venete che hanno interpretato gli sport al femminile e quella delle 15 maglie indossate da altrettanti Azzurri padovani, campioni a livello internazionale e nazionale. Hack The Wire è stato un evento a cui hanno preso parte hacker, programmatori, sistemisti, makers, hackers, appassionati e semplici utilizzatori di tecnologie informatiche provenienti da tutta Italia (anche da Lazio, e Calabria oltre che dal nord); organizzata da un network di associazioni, tra le prime come capofila Italian Grappa (nazionale), VeLug di Venezia, Zanshin Tech di Genova, Joomla Veneto, Hermescenter.org (internazionale), LinoLab di Pordenone, LibreITALIA (nazionale), Open Suse (internazionale), Mittelab di Trieste, FSUG Padova. Oltre ai talk in cui esperti hanno spiegato tra l’altro anche ai neofiti come tutelarsi dai pericoli della rete, si sono tenuti laboratori. Oltre a privati cittadini sono intervenute scuole superiori (Giordano Bruno di Mestre e Severi di Padova) e gruppi parrocchiali da tutto il Veneto, interessati a tutelarsi dalla rete, come spiega Matteo Serafin che ha coordinato i lavori in Fiera e caricato su chiavette a chi lo richiedeva il sistema Open Source Linux. Accanto ai laboratori un gruppo di hacker è riuscito ad entrare nel sistema informatico di un modello di Tesla per capirne il funzionamento. Le auto di nuova generazione collegate a Internet sono molto protette, è stato detto, tuttavia serve costante attenzione perché i malintenzionati (cracker) potrebbero anche entrare nei sistemi pilotandone le funzioni. Da segnalare che ha fatto visita ad Hack the Wire anche il veneziano Filippo Cavallarin della Segment di Mestre, una delle principali società italiane di sicurezza, che ha recentemente scoperto una falla in Tor, il sistema internazionale criptato che permette di navigare su Internet in incognito.

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