Il provvedimento di rimozione della mostra espositiva allestista all’interno della chiesa (senza culto) dell’Abbazia della Misericordia di Venezia, produce effetti immediati, e può essere impugnato entro 60 giorni dalla notifica al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar). Risulta che il padiglione islandese della Biennale, responsabile dell’installazione che aveva portato la comunità islamica a pregare in chiesa (adottadola a moschea) non ha le autorizzazioni necessarie. Il Comune di Venezia – Direzione Commercio e Attività Produttive – ha comunicato al responsabile dell’Icelandic Art Center ed alla Fondazione La Biennale la conclusione del procedimento per la rimozione degli effetti della Scia presentata il 27 aprile 2015 per realizzare una mostra espositiva nei locali dell’ex chiesa della Misericordia, chiusa al culto da anni. Il provvedimento, che è stato oggetto di preventiva valutazione da parte del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nella riunione presieduta dal prefetto il 20 maggio scorso, è stato adottato in quanto, nel corso di ripetuti controlli effettuati a partire dall’apertura al pubblico l’8 maggio 2015, l’attività espositiva è risultata esercitata in violazione delle prescrizioni impartite dall’Amministrazione Comunale e delle assicurazioni fornite dagli stessi responsabili dell’iniziativa nelle loro precedenti comunicazioni. E’ stato spiegato in una nota congiunta prefettura-comune, che sotto il primo aspetto, sono state violate le prescrizioni riguardanti: il divieto di utilizzo, durante l’orario di apertura al pubblico, dello spazio interno dell’ex chiesa per finalità diverse da quelle di una mostra espositiva; il divieto di utilizzo del padiglione quale luogo di culto; le modalità di ingresso del pubblico. Le difformità riscontrate, rispetto alle dichiarazioni ed alla documentazione prodotta dai responsabili dell’istallazione, hanno riguardato in particolare la violazione delle norme sulla sicurezza dei luoghi, visto il ripetuto superamento del limite massimo di capienza, limite in relazione al quale erano state approntate le necessarie misure di sicurezza.