Almeno duecento migranti, dopo aver lasciato giorni orsono i centri di accoglienza di Cona e di Bagnoli (Padova), stanno manifestando in strada ed hanno fatto sapere di essere diretti a Venezia per chiedere alle autorità competenti una diversa e migliore sistemazione. Il centro di Cona da mesi ormai ospita oltre mille persone. Il prefetto di Venezia intanto ha disposto il trasferimento in altre zone di 15 giovani. Il gruppo ha passato la notte nella chiesa di Codevigo (Padova), aperta dal parroco il quale è stato autorizzato dal vescovo; prima di lasciare il posto, come ha detto il sacerdote, hanno pulito la chiesa, il piazzale e il giardino pubblico; poi, hanno potuto fare colazione grazie alla Caritas diocesana che ha distribuito the caldo e biscotti. Il sindaco di Codevigo, Annunzio Belan, d’accordo con la prefettura di Venezia, aveva cercato nella notte di convincere gli aderenti alla protesta, per la quasi totalità uomini, a salire all’interno di due autobus per evitare di stare all’addiaccio, ma i migranti si sono rifiutati. Il corteo si è rimesso in marcia, scortato dalle forze dell’ordine, con l’intenzione di arrivare a Mira, lungo la Riviera del Brenta. I manifestanti, dopo Codevigo e Rosada, stanno camminando lungo strade secondarie per non intralciare la viabilità. In testa del corteo alcune bandiere dell’Usb e dietro file di uomini: chi avvolto da coperte, altri con sacchi o trolley in testa o con valigie in mano (foto). La situazione è sotto costante vigilanza; la prefettura, in diretta sintonia con il Ministero dell’Interno,  al momento non ha adottato provvedimenti atti a sciogliere il corteo. I manifestanti, a quanto si apprende, pare non vedano l’ora di un intervento delle autorità perchè così facendo verrebbero trasferiti di fatto in altre sedi: c’è chi spera in case sfitte, ma abitabili, o in alberghi, sempre a spese della comunità italiana. Però, la decisione più drastica potrebbe esser quella di imbarcare i manifestanti su autobus e riportarli nei due centri poadovani, in attesa di un oiano di sfoltimento. La situazione è seguita con preoccupazione dalle popolazioni locali.

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